sabato 31 dicembre 2011

Quando penso, quando leggo...ma stasera si va a letto più tardi e bisogna pur festeggiare, o no?

Cosa rimane alla fine di ogni anno? Sfilano gli eventi memorabili, le personalità decedute, i grandi cambiamenti politici, le top ten delle migliori canzoni, dei migliori film, delle sfide sportive, degli scandali
Sommersi dalle informazioni e catturati da questo reminder di nostalgia a breve termine, troviamo comunque una sorta agio confortante nel riordinare gli eventi che in qualche modo hanno costellato i precedenti dodici mesi della nostra vita.
Riflettevo sul concetto di velocità, è diventato un cardine del mondo moderno, e ho l'impressione che tutto sia riconducibile più che altro all'accessibilità dell'informazione che è straordinariamente più ampia e cresce ogni momento. Ieri avevamo le trasmissioni familiari di fine anno in tv che congedavano l'anno vecchio salutando quello nuovo, oggi in ogni momento e letteralmente nella nostra mano possiamo ripercorrere la nostra timeline (questa parola è già in pole per divenire un'icona del 2012).

Allora qual è il problema? È che dobbiamo imparare a gestire queste informazioni e ad organizzarle, dobbiamo imparare a filtrare il superfluo da ciò che è importante, imparare a scegliere e impedire che qualcuno scelga per noi altrimenti non siamo più padroni dei nostri pensieri e dei nostri ricordi e perciò siamo letteralmente meno liberi.
Certo è paradossale questo corto circuito: più informazioni -> meno libertà! Il motivo a mio avviso è da ricercare nello sbilanciamento tra la rapidità con cui le tecnologie si sono sviluppate, il mercato è esploso negli ultimi 15 anni, e la nostra capacità di gestire questa mole di dati. Qual è il modo giusto di apprendere oggi? Vale ancora di studiare sui libri o leggere un quotidiano? O forse tutto avverrà tramite un supporto informatico tramite la Rete? E la qualità di ciò che apprendiamo sarà la stessa, peggiore o minore?
Spero di riuscire a non rinunciare al piacere della lettura, il gusto di una passeggiata lungo una spiaggia o un sentiero di montagna, magari apprendere l'arte di oziare ma nel contempo capire qual è per me il modo migliore di utilizzare le opportunità che la connessione ininterrotta e veloce con il mondo mi offre.

Quest'anno personalmente è stato molto importante, per motivi sia familiari che lavorativi ma anche per come il mondo è cambiato e mi piace pensare che il 2012 sarà un anno di cambiamenti positivi. Comunque andrà mi ritroverò probabilmente l'anno prossimo in questo stesso giorno a fare gli stessi ragionamenti sul tempo che passa, sui ricordi, sulla memoria, a cercare di truccare il bilancio personale se ne troverò giustificazione, affinché il conto sia sempre in pareggio se non positivo, vagheggiando tra rimorsi e speranza, aspirazioni mortificate e gioie familiari.

Buon 2012!




PS
Rileggendo questo post, ma vale anche per quelli passati, scopro di aver parlato di argomenti troppo grandi per me, affrontati da gente più in gamba e con più sale in zucca in maniera meno banale, frettolosa e inconcludente della mia ma alla fine questo blog è più il mio diario che non tenevo da bambino che non una vetrina per il confronto con le idee altrui. E se qualcuno non trova un collegaento tra testo, opportunità del momento e filo logico troverà anche meno opportuno anche Come Alive dei Foo Fighters.
Nessun problema, è stato tutto serenamene processato dal mi cervello nelle ore precedenti, un senso ce lo avranno (che stenterò io stesso a riconoscere anche solo fra qualche settimana).
Enjoy!

venerdì 23 dicembre 2011

Meeeeeeeerry Christmaaaas!




Il Natale è...passare la sera dell'antivigilia ritagliando sagome per gli alberi di cartoncino dei bambini.

Buon Natale a tutti!

giovedì 22 dicembre 2011

Pensierini prenatalizi



Pur avendo abbandonato da tempo la retta via che illumina con innocente candore la nostra infanzia verso il Bambino Gesù, resistendo strenuamente alla pagana consuetudine di scrivere la letterina al noto affabulatore svappeso capitalista travestito da estintore dietro il quale si nascondono i biechi affaristi delle multinazionali, ho deciso di stilare la mia personale lista di 10 desideri:
1 - l'annichilazione totale dell'Italia di Berlusconi e del berlusconismo
2 - l'annichilazione totale della peggiore classe dirigente dell'Universo
3 - superare la crisi economica e ricevere un aumerno di stipendio, smettendo di pensare male, nel frattempo, ogni volta che vengo sorpassato dall'ultimo modello di Mercedes o vedo ristrutturare quella villetta lungo la strada mentre vado al centro commerciale (sicuramente il frutto di duro e lungo lavoro e i soldi se li sono sudati)
4 - la combustione spontanea di tutte le "riviste" di gossip, redazionie direttori compresi
5 - Studio Aperto che diveta la rubrica di informazione di "cotto e Mangiato"
6 - Sanremo abolito per acclamazione nazionale
7 - la Pausini, Jovanotti, Ligabue, Tiziano Ferro, i Negramaro che annunciano i loro ultimi "lavori" per ritirarsi subito dopo in qualche monastero scelto a caso su Google Maps
8 - quel comico italiano di grande successo capirà che invece fa letteralmente cagare perché gli italiani non capiscono notoriamente una mazza e si autoesilierà (tu sai chie è)
9 - il terzo capitolo di X-Files al cinema da sbancare al botteghino mondiale
10 - il cancro che viene sconfitto dalla vera malattia incurabile dell'umanità: il raffreddore




Buon Natale!


lunedì 19 dicembre 2011

Addio, Professor Hitchens

 Un po' tardivamente ripropongo un video che vidi qualche settimana fa sul blog di Luca Sofri dedicata alla figura del Prof.Cristopher Hitchens, ateo militante ed eretico inviso a destra quanto a sinistra per le sue posizioni non ortodosse su laicità e religione.

Hitchens è morto il 15 dicembre per un cancro all'esofago. (Un suo bell'articolo lo si trova su Il Fatto Quotidiano di ieri).

Consiglio numerosi video anche sottotitolati in italiano per inquadrare questo intellettuale.

domenica 11 dicembre 2011

5 motivi del perché i 30enni amano Superman (e 5 perché i giovani lo evitano)



Quand'ero un giovane nerd affamato di fumetti leggevo come la maggior parte degli adolescenti italiani i Bonelli. Non Dylan Dog, certo, era troppo di moda e lo leggevano tutti (i lettori della prima ora erano insopportabili 'siamo stati i primi, eravamo in pochi, ora è troppo commerciale, blablabla...' e tutte le mafrine che accompagnano i fenomeni che dal sottobosco si ergono a trend di massa, Rat-Man docet), bensì leggevo Martin Mystere e poi Nathan Never.
Tuttavia la serialità italiota mi stancò presto non per gli autori in sè, sceneggiatori e disegnatori di eccellente livello sono passati per le due serie succitatè, quanto quel senso di stantìo dejà vu che dopo pochi numeri si iniziava a percepire. Superando un iniziale schizofrenico pregiudizio mi avvicinai così ai supereroi Marvel dapprima (Uomo Ragno, Fantatici Quattro e Hulk poi tutti gli altri) in un fiorentissimo periodo di rinascità nella seconda metà degli '80. Tuttavia un'occhiatina la lanciavo ogni tanto agli albi DC malamente pubblicati da vari editori poi solo dalla Play Press (sempre in maniera deprecabile però) verso i quali nutrivo un legittimo scetticismo: eroi vecchi->storie vecchie->soldi buttati. Fui sorpreso di scoprire tutto il contrario da quello che avevo immaginato (e che in futuro magari racconterò, si tratava del post-Crisis seconda metà degli Ottanta) ma soprattutto non potei notare come dall'amore verso personaggi atipici, moderni, in qualche modo alternativi come i personaggi dei fumetti italiani prendeva piede in me una sfrenata passione per il supereroe per antonomasia: Superman! Cominciai a notare anche come questo ultraclassico fumetto fosse divenuto, benchè sempre popolare e sopravvissuto apparentemente immutato fino ad oggi, una sorta di antifumetto verso i nuovi lettori soprattutto i più giovani, oggi quasi tutti divoratori di manga mentre i trenta barra quarantenni (come me) lo riscoprono e ne rimangono affascinati. Perchè? mi sono chiesto. Ecco la mia personale classifica.

I  5 motivi del perché dai trenta in su si ama Superman!

5) È iconico.
C'è poco da fare, pensi ad un supereroe e pensi ad una tutina attilata e ad un mantello poi ad un logo riconoscibile subito ti viene in mente Superman. Talmente iconico da divenire una parola di uso colloquiale. È il super-uomo per definizione, super-forte, invulnerabile e con la capacità di volare e dall'altruismo sovra-umano.



4) È il boy-scout per eccellenza.
Superman ferma i terremoti ed i pianeti in collisione con la nonchalance con cui salva i gattini dagli alberi e aiuta le vecchiette ad attraversare la strada. Ma è anche la mano che ti sostiene quando tenti il suicidio, sei depresso/a e la persona che ti ascolta quando nessun altro lo fa.



3) È un leader naturale.
Superman è quel tipo di persona che sa ispirare anche soltanto con la sua presenza, come le grandi pesonalità del passato o leader di grandi movimenti e religiosi. Quando non veste la maschera della sua controparte umana, Clark Kent, Superman è il naturale ambasciatore di pace e speaker onoraio delle Nazioni Unite!

2) Truth, justice and...the human way!
Nonostante nei fumetti che ne raccontano le storie Superman sia spesso chiamato ad usare i suoi poteri per difendere i più deboli se non la Terra stessa e l'intera umanità, Kal-El è riluttante nell'uso della forza. I valori di lealtà, di fiducia, amore veso il prossimo, con i quali i suoi genitori adottivi lo hanno cresciuto si sono radicati nel profondo del suo cuore. Per Superman a prevalere non è mai la convinzione che la forza o la violenza siano la soluzione ma la ricerca della Verità e della Giustizia (proprio quelle con la masiucola!) che sono quelle che rendono gli uomini liberi. E lui, con tutti i suoi poteri ed il suo retaggio kryptoniano che lo rendono al di sopra di tutto, si sente a tutti gli effetti inter pares al cospetto della Verità.


1) È l'uomo più solo del mondo e nonostante tutto la sua missione è salvarci.
 I paragoni con Gesù si sono sprecati ma al di là degli accostamenti più o meno blasfemi, il piccolo Kal-El è stato inviato sula Terra come ultima occasione per salvarlo e conservare la cultura di Krypton, consapevoli che sarebbe diventato un dio tra gli umani. Questo ha reso Superman in quanto unico superstite e unico super-uomo, diverso e conseguentemente il più solo su questo pianeta, ciò che lo ha portato a costruire la sua Fortezza della Solitudine dove può sentirsi a casa, se stesso. incondizionato dei Kent, lo hanno portato ad ergersi senza ripensamenti a difensore non tanto della nostra specie quanto della fiducia che l'uomo ripone nell'Umanità in senso lato, tamponando le ingiustizie senza sottrarre al pianeta Terra la sovranità delle proprie azioni, benchè avrebbe potuto imporle avendone il potere.



Ecco i 5 motivi per i quali i giovani adolescenti (ieri, oggi e domani) non amano Superman.

5) È iconico (troppo)
Superman È una figura retorica. E quando sei giovane della retorica te ne sbatti. Vuoi mettere Evangelion, Berseker o Kenshiro?

(Mi sa che già questi per parecchi adolescenti sono già "passatelli"...).

4) Non è "cool"
 
Superman è monolitico nel suo essere...Superman. I tentativi di farlo stare al passo con i tempi lo hanno spesso reso ancora più indigesto ai nuovi lettori e allontanato gli aficionados. Vogliamo parlare dell'incrollabile ricciolino pendente dall'impomatato e perenne taglio né troppo lungo né troppo corto? Vgliamo parlare della tutina azzura? Vogliamo parlare delle mutande rosse sopra i pantaloni?

(Oddìo, forse l'ultimo tentativo è stilisticamente prudente ma più coraggioso.)




3) Rappresenta il potere costituito
I giovani? Si ribellano. Difficilmente un eroe vecchio stampo che è ancora spesso idenificato con il nazionalismo americano più retrivo possa ispirare i giovani a contestare l'autorità quando il caro Azzurone è visto come il guardiano dello status quo.


(Grazie di niente, Frank Miller).

2) È paternalistico.
Quando compare il mantello rosso con la grande "S" stampata sopra può scapparci una bella scazzottata di dimensioni galattiche oppure un pistolone su ciò che è giusto e cò che è sbagliato, su quello che andrebbe fatto e quello da evitare.

1) È vecchio.
È incontrovertibile, Superman si volge anagraficamente verso gli 80 anni.
E chissà perché quando altri media che non siano in qualche modocollegati al mondo del fumetto  lo rappreentano se va bene con le ultime incarnzaioni sul grande schermo di Cristopher Reeves (grandissimo ma l'ultimo suo film, Superman IV, è del 1984) altrimenti al Superman di Fleischer o addirittura ci si rifà alla copertina di Acion Comics n°1.


 Da ultimo, letture consigliate.

1. All Star Superman di Morrison e Quitely (capolavoro)


2. Il ciclo Geoff Johns-Gary Frank su Action e Secret Origins


3.Il ciclo di Byrne (soprattutto la mini Man of Steel)


4. Le storie di Alan Moore (impedibili e poetiche).


5.Poi ci sono quelle dei '60 e '70 (Cary Bates, Elliott S! Maggin e Curt Swan) che sono delle chicche ma per intenditori.

Cento di questi anni, Superman!


lunedì 5 dicembre 2011

Ti ricordi che ne hai bisogno

Il mare mosso d'autunno, la spiaggia di sassi e sabbia che frequentavi da bambino con la tua fmiglia, quasi ancora come allora, quasi inospitale e ruvida, libera dalle comodità delle sirene estive e dai richiami allettanti degli chalet, l'aria appena un soffio delicato per via di quel sole pallido che ti consente l'azzardo di portarci i tuoi bimbi. Poche auto, qualche ciclista della domenica, qualcuno che passeggia, il suono che prevale sono le onde del mare e i bambini che ti chiedono i sassi migliori da lanciare.
Cerchi già di scuoterti dai ricordi che questo paesaggio di grigio e di azzurro vogliono farti rimpiangere, poi incroci gli sguardi divertiti dei tuoi figli che lanciano i sassi verso le onde brusche che si infrangono, schiumando così vicino alle loro scarpe, loro che scappano urlando e scherzano e saltano e tua moglie che ride insieme a voi, scacci la malinconia e accogli questa strana piccola gioia che ti invade, e al diavolo tutte le incertezze e i timori che hai dentro.

E qualunque altro sconfortante motivo per soffrire.

martedì 29 novembre 2011

Mobile post

Il mio primo post dal mio altrettanto primo smaaartphone e scrivere la prima frase é statuna fatica immane!

ps
il resto del post lo scrivo da pc per chiara incapacità dell'autore di saltare da un parola all'altra e correggere gli errori ma promette che imparerà (sebbene le cose da "imparare" sono ben altre).
Nel frattempo inauguro il mio nuovo sfondo personalizzato, tratto da un disegno di una persona a me carissima (mio figlio, n.d.a.).


venerdì 18 novembre 2011

ODIO GLI '80


Sono stati gli anni della preadolescenza, quelli in cui pensi di esserti veramente innamorato, quando inziano i confronti seri con gli altri ragazzi (e con le ragazze), quando sei insicuro e vorresti seguire il gregge, ma il gregge non ti accetta o non ti riconosce come simile, e allora, guardando quel mostricciatolo in perenne trasfigurazione e incipiente allarme dermatologico allo specchio, ti credi veramente diverso dagli altri (che sono "fighi", vestono "griffato" e i peggio messi hanno "il Fifty") e alla fine cerchi un'altra strada, un'altra identità e pensi che sia la tua, quella giusta, non realizzando che la tribù dei "reietti" o degli "sfigati" non è altro che un altro gregge e tu alla fine, quando per così dire diventi uomo ti viene il dubbio che quello fossi veramente tu e che quello fosse effettivamente quello che volevi e ti prende il timore di non essere quello che avresti potuto essere se ti fosse presa la briga di rilettere su te stesso e non su quello che gli altri pensavano di te.
Ti consoli ritornando mentalmente a quel decennio, i primi anni così vicini ai '70 la cui eco si stava spegnendo in favore di un'epoca di plastica, decadente, piena di lustrini e vuoto creativo ma ancora capace di qualche guizzo che ti rimane attaccato al cuore (le scuole elementari con il grembiule, le cotte di tue sorella, l'Italia dell'82, Thriller di Michael Jackson, le prime volte al cinema, i cartoni giapponesi, Radio Ga Ga dei Queen, il viso indimenticabile di quella bimba che diverrà ta moglie...) e pensi che meraviglia gli anni '80! Ma poi gli ultimi orribili anni (le differenze sociali che iniziano a risaltare, la disoccupazione di tuo padre, le delusioni sentimentali, i "paninari" che ti circondano, il tremendo primo anno al liceo...) e allora ci rifletti un po' e pensi "ma v@££@nç#U%o gli anni 80!'


venerdì 11 novembre 2011

11-11-11

Oggi è l'undici novembre duemilaundici.

Non mi sono neanche dato la pena di cercare notizie e curiosità sulle pazzie commesse in nome della data di oggi.


domenica 6 novembre 2011

Occupy Wall Street Hip-Hop

Il mio pesonal trainer on line è anche un attivista di Occupy Wall Street (e anche un rapper, ma si capisce...).

lunedì 31 ottobre 2011

Beautiful Mind (quella vera, di Hollywood)


È sconvolgente quanto poco si sappia di certe cose e come poi queste si ricollegano ad un insieme di informazioni, immagini e riferimenti che si danno per acquisiti.
Ascoltando un puntata di qualche giorno fa della trasmissione di radio24 Destini Incrociati mi ha colpito la storia di Hedy Lamarr, grandissima diva hollywoodiana di origini austriache che non solo è passata alla storia per aver interpreato il film scandalo Ecstasy dove l'allora diciasssettenne Eva Marie Kisler (il suo vero nome) inaugurava il primo nudo integrale nella storia del cinema ma fu anche l'inventrice insieme al visionario compositore americano George Antheil del primo prototipo di controllore basato su un sistema di trasmissione di radiosegnali sincronizzati tra fonte e ricevitore, principio che è oggi alla base sotto varie forme in tutti i sistemi di comunicazione wireless (dai cellulari al Blutooth al GPS).


Una vicenda veramente affascinante, come lo era questa straordinaria donna! Oh, è anche il volto che compariva fino a qualche anno fa sulle confezioni del software Corel Draw! (a cui le fece causa!)




lunedì 17 ottobre 2011

Pionieri ignoti (e noi si parla ancora del santo Jobs...)

Chissà se Wired, che nell'ultimo numero aveva già santificato (letteralmente) Steve Jobs uscendo pochi giorni prima della sua morte, dedicherà almeno qualche riga al creatore del linguaggio C, senza il quale effettivamente l'informatica oggi sarebbe un'altra cosa.

E' morto Dennis Ritchie (mentre tutti continuavano a parlare di Steve Jobs)

martedì 11 ottobre 2011

Ditemi che non è vero...

Amanda Knox libera...e un set di coltelli in omaggio!


Ricordi in bikini tigrato

Mi viene da piangere al ricordo, mi si stringe il cuore a riascoltare le note di questo capolavoro!


Lamù è una delle icone pop più prorompenti dei manga anni '80 di tutti i tempi, un fenomeno che ha travolto i giovincelli italiani (e non solo) e che ha lasciato un indelebile ricordo tra noi prime cavie dell'invasione nippo sulle emittenti tv italiane.
Soggiogati dal fascino (allora per noi) trasgressivo delle curve della bella aliena dai capelli verdi e dalle corna tipiche degli Oni giapponesi, non ci rendevamo conto di essere testimoni della grandezza della sua creatrice quella Rumiko Takahashi che sfornerà di lì a poco altri gioielli tra scrittura comica e romantica come Ranma 1/2 e Cara dolce Kyoko fino a Inuyasha (quest'ultimo lo conosco appena purtroppo perché gli anni sono passati, sob!).

È assurdo con il senno di poi pensare a come si sia trascurato nel mondo della cultura nostrano (ma anche dello stesso fumetto italiano) il peso dei manga e degli anime, guardati con disprezzo e razzista senso di superiorità mentre Urusei Yatsura (titolo originale di Lamù o meglio Lum!) rimarrà uno dei fumetti più apprezzati di sempre anche nel nostro paese e la Takahashi una delle mangaka più (giustamente) famose ed influenti (quante fumettiste donne c'erano in Italia alla fine dei '70? Oggi sono molte di più ma fare la scrittrice e la disegnatrice al tempo stesso è una virtù rara anche oggi).
Viva Lamù e viva Rumiko Takahashi!

sabato 8 ottobre 2011

L'uomo al di qua della foto

L'interessante retroscena della foto che ritrae Steve Jobs nel giorno dell'annuncio della sua morte.


Stasera mi sa che intanto mi vedo I Pirati della Silicon Valley...

martedì 4 ottobre 2011

Understanding (youth) in China

Pensare alla Cina non solo in termini di numeri ma di persone è sempre impressionante nonché utile a capire com.e sta evolvendo il nostro mondo.
Yang Lan inoltre è un'eccellente speaker.




giovedì 29 settembre 2011

Un disegno per domani

I bambini della scuola primaria Borgo Rosselli di Porto San Giorgio si sono aggiudicati il premio "Doodle per Google: l'Italia fra 150 anni" messo in palio dal motore di ricerca di Mountain View, con questo bel disegno:

Complimenti!!

martedì 27 settembre 2011

L'ultimo del suo genere



Ieri è morto a 79 anni Sergio Bonelli, fondamentale editore dell'omonima casa editrice.
Di lui si dirà e scriverà molto, come è giusto che sia, sui suoi fumetti, quelli da lui scritti (Tex), ideati (Zagor e Mister No) e quelli che ha avuto il merito di pubblicare (e il coraggio e l'incoscienza di farlo) primi fra tutti Ken Parker e Dylan Dog, hanno accompagnato diverse generazioni non certo come semplice svago, no. I fumetti della Bonelli sono sempre stati qualcosa in più e di diverso dagli altri, con storie che ci si portava dentro e di cui si discuteva con il fervore del tifoso.
E tutto grazie a questo signore dall'aspetto un po' rude, poco incline ai pavoneggiamenti da star e dal tono gentile e discreto.

Grazie, Sig.Sergio Bonelli, per averci regalato delle emozioni con la sola forza delle parole e delle idee, per tutti i sogni di carta e le nuvole di fantasia che hanno reso più leggera e lieta la nostra vita, per aver incoraggiato tanti a condividere i suoi sogni!

giovedì 22 settembre 2011

Brutto posto il lavoro

Spesso mi ritrovo a riflettere come le nostre ambizioni pubbliche siano tutte centrate sulle aspirazioni di carriera. Farò l'astronauta o il manager si favoleggiava un tempo da piccoli quando già ci inculcavano con questi "spot" il messaggio subliminale del sogno perfetto, essere felici del nostro ruolo costruttivo nella società.
Questa semplificazione ci riduceva a figure di cartone sorridenti e confortanti, dove non esistevano sofferenze, infelicità, crisi, guerre o accidenti della natura.
Ora, poichè viviamo quasi per lavorare, dove i momenti di svago si mescolano e si sovrappongono a quelli di impegno quotidiano e le gioie rare, dove la qualità della vita è una chimera da conquistare con il sudore della fronte di oggi, mi sentirei di consigliare a chi verrà dopo di me: fregatene di tutto, continua a sognare le stelle o qualunque cosa tu tenga in quel ripostiglio solo a te noto che è il tuo cuore e insegui solo quelle, perché soffrirai, ti maledirai e avrai tante decisioni dure da affrontare, proprio come oggi fanno quelli che si sono rassegnati mentre i loro sogni si sono spenti tra i falsi bisogni che pensano di soddisfare.
Ma sarai felice come nessun altro.



sabato 3 settembre 2011

La Nostra Memoria

Ieri sera, dopo vari tentativi uccisi sul nascere da micidiali colpi di sonno dovuti alla stanchezza e all'ora tarda, ho visto una puntata della stagione corrente di BLU NOTTE di Carlo Lucarelli.
Lucarelli, di cui non ho mai letto un libro, almeno fino ad oggi, è riuscito a paortare in video una forma di infonarrazione basato su una tecnica affabulatoria vincente, la scomposizione delle trame di un particolare oggetto della discussione come se fosse un racconto giallo o un film del quale sviluppa lo svolgimento a partire dalle tecniche di composizione: c'è una situazione particolare di partenza che genera degli interrogativi e questi interrogativi generano a loro volta le sottotrame della storia che arriva inevitabilmente al punto iniziale dove tutto si riannoda e si rende evidente allo spettatore/pubblico/lettore.
Detto così sembra complicato ma anche chi non ha mai ascoltato Lucarelli in BLU NOTTE è diventato un modo così affermato raccontare la Storia (o delle storie) che più o meno tutti i programmi di inchiesta ne hanno pescato qualcosa.

Ebbene, nella puntata di ieri, 2 settembre 2011, il racconto era dedicato al cosiddetto "armadio della vergogna" e alle stragi di Sant'Anna di Stazzema e Marzabotto (per citare le più note).
L'oggetto  è costituito dalle stragi compiute dagli ex alleati ed occupanti tedeschi, con la complicità dei repubblichini di Salò, in molti pasi tra gli Appennini Tosco-Emiliani.
Il racconto è reso vivido dai ricordi vividi ed indelebili dei sopravvisuti oggi per lo più 60-70enni ma allora molto giovani che descrivevano con parole vive e con la voce rotta dalla commozione gli eventi strazianti di quei giorni, con le efferatezze e le brutalità commesse dai nazisti nei confronti di civili inermi: gli uomini in buona salute infatti che erano scappati dalle famiglie per rifugiarsi nei boschi o sulle montagne davano per scontato che l'esercito occupante mai avrebbe torto un capello a donne, anziani e bambini. Le cose andarono molto peggio perchè quegli episodi sono i primi tra quelli che determinarono il passaggio ad una guerra per così dire "sporca", dove gli schieramenti opposti cioè non risparmivano di colpire anche la popolazione civile.
Non molto tempo fa, si parla di 5-6 anni tra il 2004 ed il 2006, si sono celebrati i processi, molti in contumacia, per processare i responsabili delle stragi che in base alle convenzioni vigenti si erano macchiai di crimini di guerra, dopo il seppellimento dei documenti che attestavano con nomi e cognomi il rapporto tra carnefici e vittime appunto nel cosiddetto "armadio della vergogna", sepolto in qualche scantinato delle Procura di Roma.

Ho riflettuto a lungo sulle parole delle e dei superstiti, sulla largamente condivisa tra gli allora soldati ed ufficiali tedeschi mancanza di pentimento per le crudeltà compiute, sulle ciniche decisioni politiche intraprese durante il primo periodo post conflitto dai governi italiani e ho pensato che nonostante la Storia non conti proprio nulla nell'economia dell'andamento politico generale delle generazioni attuali (passate, presenti e future), non si possa fare a meno di cercare in tutti i modi di non dimenticare, di fare comunque tesoro di tutto ciò che l'Uomo ha compiut sull'Uomo perché è importante capire che la giustizia e la pietà non vanno mai abbandonate al loro destino perchè ci sono sempre de lupi in agguato che vogliono farle sparire e giustificare la propria misera anima nera, consumata dall'odio e dall'ideologia.

Per una Memoria che rimanga e che si tramandi.

giovedì 1 settembre 2011

Noia, Boring, Langweilig...



Sondre Lerchen, lo sto ascoltando e non mi sono accorto che mi stavo autoinfliggendo mille coltellate di noia mortale.
Ho seguito una rece su Rolling Stone ma a parte lo sforzo di arrivare alla fine credo proprio che questo tipo di musica non faccia per me.
PS
Ho scoltato l'album Heartbeat Radio, conclusione: che palle, sto Lerche!
Rifacciamo le orecchie và.






lunedì 29 agosto 2011

Nostalgia canaglia

Tempo fa acquistai alcuni Showcase della DC Comics, in particolare un Superman, una Legione dei Super Eroi e un Doom Patrol.
Fra mille impegni sto terminando il primo di questi volumi ma già pregusto di immergermi nella lettura degli altri due.
In realtà sto già programmando l'acquisto di altri volumi di questo genere di pubblicazioni che mi ha decisamente catturato. Mi avvalgo di quell'immenso pozzo senza fondo che è The Book Depository che oltre ad avere un catalogo più che ampio, pratica dei prezzi molto vantaggiosi e senza costi di spedizione (dal Regno Unito! Praticamente te li tirano addosso).
I miei attuali volumi sono arrivati una settimana esatta dall'ordine (online naturalmente) ciascuno nel suo pratico imballaggio, lucidi ed intonsi.

Ho pensato varie volte a come mai mi sono lasciato catturare da queste storie assai semplici, dalle trame lineari ma dalle soluzioni narrative spesso infantili (il target era chiaramente un pubblico di preadolescenti), i disegni dai connotati statici e poco attraenti se confrontati con le pagine di un qualunque comics odierno. Parlo soprattutto delle storie di Superman, che nel volume che sto leggendo il n°4, si possono dire coeve all'esplosione di quello che sarebbe diventato il maggior concorrente della casa editrice di Batman&co, ovvero la Marvel, che stava rivoluzionando il genere con i suoi fumetti, Spider-Man, i Fantastci Quattro, i Vendicatori, gli X-Men, Iron Man, Thor e Hulk per citare i principali (Stan Lee, Jack Kirby, Steve Ditko, John Buscema, Gene Colan...pesi massimi insomma).
Certamente un notevole ruolo lo gioca il progressivo allontanamento dagli attuali fumetti, manga compresi. I comics li ho più o meno lasciati da una decina d'anni, più che altro la Marvel mi ha fatto disinnamorare dei supereroi con superproblemi che mi avevano entusiasmato lungo tutto il decennio precedente (mentre guardavo con sospetto i fumetti DC che ritenevo, a torto, ammuffiti ma di questo ne parlo più avanti). I manga si erano moltiplicati in edicola e anche di più in fumetteria che manco Gesù con i pesci e pur appartenendo alla generazione che ha contribuito al successo degli anime prima e dei manga poi (questi ultimi a partire dalla fine degli anni 80) trattandosi spesso di produzioni di lungo respiro ho preferito mollare (brutto termine per un appassionato) e concentrarmi su pochi acquisti.
Forse non mi sono evoluto molto da questo punto di vista, molti miei coetanei passavano allora ai fumetti italiani (Bonelli cioè) e poi agli autori europei o sudamericani ma a parte qualche eccezione (ho retto Martin Mystére per un bel pezzo, Nathan Never per 120 numeri e Napoleone fino all'ultima uscita, non mi sono fatto mancare la lettura de L'eternauta ovviamente) non sono riuscito a tradire i supereroi. C'era la produzione Vertigo ovviamente che nei '90 andava per la maggiore contando su trame adulte e autori innovativi con pochi o alcun supereroe (o la loro rivisitazione più moderna: Doom Patrol, Animal Man, Shade, Swamp Thing...), soprattutto Sandman prima e Preacher poi.
Forse è stata una mia reazione a dove stavano andando i comics nei '90 a portarmi a reagire verso una deleteria forma di marketing fatto di tavole sparate, splash pages e copertine multiple dove i contenuti, tranne rare eccezioni, erano subordinati all'hype che si riusciva a creare dimenticandosi dei personaggi e delle storie e soprattutto di un parco lettori fatto non solo di preadolescenti. Allora recuperare il maxi crossover Crisis on Infinite Earths ha fatto scattare qualcosa in me.


Non era il semplice evento dell'estate (di allora), era innanzi tutto lo sforzo creativo di due amanti del fumetto Marv Wolfman (testo) e George Perez (disegni) di trasformare un universo di personaggi che loro amavano in qualcosa di nuovo e fresco con le migliori intenzioni possibili. Ora al di là dei risultati e dei riverberi che quella maxi serie ha avuto fino ad oggi nell'universo DC quello che mi colpì era soprattutto la cura che era stata messa in ogni pagina e per ogni vignetta: si avvertiva che ciascun personaggio da Superman ad Anthro fino a Kamandi portava con sè la ricchezza di decenni di storie ed il contributo di svariati autori, pur spesso comparendo per poche pagine o addirittura poche vignette.
 
Il successivo lavoro di autori come Alan Moore e Grant Morrison è stato un ulteriore conferma di come il patrimonio immaginifico degli artigiani dei comics dei decenni precedenti non aveva prezzo e la loro eco poteva benissimo fungere da start per nuove meravigliose narrazioni.




mercoledì 17 agosto 2011

Età vuol dire...



...dare un'occhiata alla classifica dei video musicali più visti su Youtube e, nell'ordine:
- non conoscere, neanche per sentito dire, i nomi degli artisti
- schifare l'altra metà
- detestare in toto i generi a cui appartengono

Consoliamoci con Elio, va'.


domenica 14 agosto 2011

Che stanchezza



Computer inagibile per qualche giorno, vari tentativi di rianimarlo fino al definitivo responso di morte cerebrale degli hard disk (due, dico due, ma vecchiotti), tra gite al mare alla mattina, sanificazione e verniciatura di una parte della casa al pomeriggio, eventi vari alla sera ho ufficialmente bisogno di una vacanza dalla vacanza (per me e mia moglie)!

venerdì 5 agosto 2011

Riemerge di nuovo il nerd che è in me

1 - spero che sia un bel film, fatto bene e raccontato meglio
2 - spero che abbia un successo planetario, perchè posta la condizione al punto 1 stavolta m'inc@$$0 di brutto!

giovedì 4 agosto 2011

Arriva l'estate e tutto tace (soprattutto in pieno deserto)


Tra alti e bassi di questo scorcio d'anno, l'estate torna a fare capolino dopo qualche giorno di tentennamento da clima marzolino (proprio nel periodo che avevo scelto per le mie ferie, ma non è riuscita comunque a rovinarmele).
Il mio collega e socio di lavoro è andato a trovare Mandela e per questa settimana sperimento di nuovo il silenzio assolato che si riflette sulle mura dei palazzi storici che mi circondano, mentre, sforzandomi di lavorare in questa desolazione, cerco di immaginare il futuro da qui alla fine dell'anno (riusciremo a portare a termine tutti i progetti che abbiamo in mente? Ci renderemo conto di avere fatto il passo più lungo della gamba o potremo sorridere soddisfatti per un luminoso e promettente 2012? Troverò casa?).

Tra i mille post inutili di questo blog, spesso mi ritrovo cazzeggiare sui mille post inutili dei blog altrui ma ieri sera un link su wittgenstein di Luca Sofri mi ha proprio incuriosito e rimanda alla nuova casa americana del giornalista Fabrizio Rondolino e Simona Ercolani...in pieno deserto del Nevada!
All'inizio pensavo ad uno scherzo o qualcosa del genere poi in effetti il New York Times ci ha scritto un articolo con tanto di galleria fotografica!

sabato 23 luglio 2011

Back to black, fade in death

Un altro talento se ne va, affogato tra disperazione, solitudine, tanto alcol e droga.
È il prezzo che certi animi sensibili pagano per essere quello che sono, quando la vita va loro troppo stretta e l'arte, l'atto artistico, la invade e ne prende il posto.
Delle loro biografie rimane quel senso di malsano inappagamento che li rende prolifici di capolavori e nel contempo genera un'arsa terra bruciata intorno ad essi, brulicante di parassiti e gente priva di scrupoli.

Addio Amy, rimangono le tue canzoni a ricordarci chi eri dentro.

venerdì 22 luglio 2011

...e anch'io non mi sento tanto bene

Questa settimana la ricorderò soprattutto per il putiferio generale che sta abbattendosi sul potere nelle sue varie forme.
1 - L'affaire News of the World e lo scricchiolìo dell'impero  Murdoch (e le sue conseguenze sull'attuale panorama politico inglese)
2 - la crisi economica mondiale e il salvataggio della Grecia, con l'incertezza sul destino dell'euro e della tenuta economica della UE
 3 - la degenerazione della classe politica italiana che in piena crisi non solo non partecipa in modi che non siano solo simbolici ai sacrifici che impone al paese ma si attarda a giustificarne i privilegi ("tanto i veri costi sono altrove" la tirata più ripetuta) in un clima pre-rivoluzione con un'Italia stanca di essere governata e "legiferata" da ladri, papponi, corrotti e corruttori che non si dimettono neanche se colti in flagranza di reato (dovrebbero prendere esempio dai loro colleghi anglosassoni che lasciano il posto per non infangare il buon nome delle istituzioni di cui fanno parte e non tradire chi ha dato loro sostegno)
4 - il possibile default degli Stati Uniti
5 - la primavera araba che ancora tarda a sbocciare anzi fra un po' riceverà le pirme nevicate
5 - gli attentati in Norvegia

Fra tutto questo la fine della mia vacanza in Val di Fassa, l'inizio del Comic Con di San Diego e il primo teaser trailer del prossimo The Amazing Spider Man

domenica 17 luglio 2011

Verde a 1500

Val di Fassa, Campitello.

Il tempo (meteorologico) è pazzerello come può esserlo solo il clima prealpino in luglio, sprazzi di sole, poi nuvole, ancora sole, un scroscio violento quanto improvviso, poi di nuovo il sereno che ci lascia tutti inumiditi ma stranamente felici di trovarci in questa terra magica e baciata da una bellezza ultraterrena, dalla gente cordiale e sincera, orgogliosa della propria identità senza quella fastidiosa ostentazione da campanile che ha il resto d'Italia.

La mia famiglia dorme placida, finalmente lontana dall'afa opprimente, almeno per qualche giorno, e dalla routine.
Il workaholic che è in me si è portato un po' di lavoro dietro ma solo quando non disturbo la loro vacanza.

lunedì 11 luglio 2011

Music we love still among us

Un giorno avrò la azienza di parlare del mio rapporto con la musica, di quanto mi aiuti a vivere e di come ne faccia colonna sonora dei miei giorni sulla terra.
Intanto si è aggiunta alla mia galleria di artisti imprescindibili Anna Calvi.
Altro non dico se non che il suo album è una rivelazione, fantastico e che Suzanne and I è la mia canzone del 2011, fino adesso.




Una bella intervista per conoscerla meglio


Casa e Bottega - Anna Calvi from Soluzioni Semplici on Vimeo.

Vai Anna!

PS
Dopo Emiliana Torrini e Gabriella Cilmi (nonchè Paolo Nutini), un'altra artista italo-qualcosa che non parla una parola di italiano...c'avranno rinunciato in partenza?

giovedì 7 luglio 2011

Questa è giustizia?

Il Texas si sa non è un paese per vecchi ma neanche per cittadini messicani colpevoli di omicidio.
Nulla possono le leggi ed i tribunali internazionali contro la tipica forma di giustizia domestica in salsa texana.
È triste che un grande paese culla di libertà e balzi in avanti nella cultura democratica e sociale sia ancora dimora di certe barbarie.

Complimenti, questa è la sua milionesima cazzata!

Il PD ne ha combinata un'altra delle sue.

Avverto un lieve incremento nelle fila del Partito degli Astensionisti...

venerdì 1 luglio 2011

Toni pastello nei miei occhi e suoni caldi nelle mie orecchie

Sarà che oggi è venerdì, sarà che questa giornata d'estate già troppo afosa sta trascorrendo meno violentemente umida dei giorni passati ma quei due minuti di pacifico silenzio che ho sperimentato mi hanno spalancato un universo di sensazioni di pace e spensieratezza che mi ha riportato bambino.
Quando l'estate significava vacanza e divertimento (anche se c'erano ancora il muro di Berlino e il terrorismo).


mercoledì 22 giugno 2011

Qui, dopo, per sempre, mai...Hereafter



Qualche giorno fa ho avuto la malsana idea di vedere Hereafter, l'ultimo capolavoro di Clint Eastwood in ordine cronologico, uscito ad inizio anno nei cinema italiani.
Tempo addietro avevo sentito un'intervista al vecchio Clint su Hollywood Party, la strasmissione di radio3 dedicata al cinema, un'intervista piacevole dove si alternavano i ricordi dei suoi trascorsi italiani con i suoi pensieri attinenti al tema centrale attorno al quale ruota il film, ovverosia cosa c'è dopo la morte (con o senza punto interrogativo, a piacere).
In base a queste intervista e al trailer che circolava online ero un po'indeciso se e quando vederlo, rimasto un pochino deluso dal precedente Invictus, sempre con Matt Damon protagonista, film che scorre bene ma che sbiadì non appena ebbi finito l'ultimo fotogramma (sicuramente incomparabile con Gran Torino e Million Dollar Baby).

Già l'accostamento tra un tema tanto universale ma anche delicato come l'aldilà e un attore/regista dai trascorsi come Clint balza agli occhi per quantomeno "inusualità" ma in fondo a 80 anni suonati non è poi tanto strano voler indagare l'animo umano su questo aspetto.
E questo è proprio quello che mi ha più favorevolmente colpito del film che evita la prosopopea mitica del trascendente nelle sue salse mistiche e tanto meno lo affronta con un baraccone di effetti speciali (non sarebbe un film di Eastwood d'altronde).
No, la scelta è quella di seguire le vite di persone sconvolte da un evento che li ha portati a convivere quotidianamente con il senso dell'abisso dentro di sè e come poi queste, per le fatalità del destino materializzato dalla sceneggiatura di Peter Morgan, si intreccino nel parte finale del film.

A proposito...ATTENZIONE, ALERT, ACHTUNG, SPOILER!
Le storie sono quelle di Marie Lelay, una giornalista di inchieste francese che si ritrova tra le vittime dello tsunami del 2004 in Indonesia,


di Geroge Lonegan, sensitivo americano che ha trovato rifugio da quella che considerava a tutti gli effetti una non vita nel lavoro in fabbrica



e Marcus, un undicenne londinese timido e taciturno che condivide con il suo più brillante e loquace gemello Jason una famiglia sfasciata nella struttura gerarchica, padre assente e madre tossicodipendente, tuttavia legati da un forte sentimento di amore e condivisione, messa in forse dagli interventi degli assistenti sociali (di certo non gratuiti vista la condotta della madre).



Mentre George cerca di condurre una vita normale nonostante le insistenze del fratello a riprendere il suo ruolo di psichico intermediaro con i morti, Marie sperimenta durante lo tsunami una quasi-morte (due soccorritori la danno per spacciata dopo vari tentativi di rianimazione) che cambierà per sempre la sua vita e le priorità che l'hanno fatta essere la reporter d'assalto nota al suo pubblico ed ai suoi collaboratori, Marcus assiste gli ultimi istanti di vita di Jason dapprima al cellulare poi accorrendo sul luogo dell'incidente d'auto che ne ha causato il trapasso (originato dalla fuga di Jason da un gruppo di giovani bulli).
Il film si muove quindi su binari lenti e ponderati, soffermandosi sulle graduali trasformazioni che questi accadimenti hanno avuto sulle loro vite.
Marie, di cui poco sappiamo prima dell'incidente ma che è facile intuire dalle parole del sul partner nonché direttore, viene poco a poco risucchiata dai dubbi e cerca delle risposte su ciò che ha visto o pensa di aver visto, dubbi che si evolvono in una granitica ricerca della verità che sfocia in una ricerca ossessiva poi in una certezza, tanto da farle scrivere un libro sulla sua esperienza nel limbo del "qui" e del "dopo" (Hereafter è il titolo del suo libro che presenterà a Londra).
George insegue disperatamente una vita normale perchè sente che è alla sua portata ma è solo una maschera, una specie di menzogna che placa soltanto con l'ascolto degli audiolibri di Charles Dickens, mentre tutti coloro che vengono a sapere del suo dono inevitabilmente diventano distanti (verrebbe da dire quasi più "fantasmi" dei morti con cui entra in comunicazione), compreso il fratello che vede in lui una macchina per fare soldi.



Un possibile bella storia con una sua compagna del corso di cucina italiana che frequenta viene stroncata per sempre quando lei lo convince a fare una seduta.
Marcus è costretto a lasciare la madre, ricoverata in un istituto di recupero, e finisce in una famiglia nuova (una coppia che già in passato aveva dei bambini in affido) ma il suo mondo è vuoto e lui è solo, non ha altri amici se non il ricordo del fratello testimoniato dal quello che era il suo inseparabile berretto.



Il rapporto di Marcus con la realtà, se così si può dire, riprende quando intraprende un lungo pellegrinaggio alla ricerca (tanto disperata e commovente quanto umilianti e grotteschi gli esiti) di un modo per tornare in contatto con il fratello e ciò lo conduce al sottobosco di millantatori e e truffatori dell'occulto, fino a quando non si imbatte nel sito di un certo George Lonegan...


Il ritmo del film sale e con esso la sinfonia di emozioni che si fanno intense ma non invadenti, accompagnando la narrazione e con essa noi spettatori verso il finale londinese nel quale i paralleli dei protagonisti ora si piegano e tendono a convergere.
Assolutamente strappalacrime il congedo di Marcus dal fratello (ottima scelta di Clint dei due gemellni esordienti che hanno saputo trasmettere la vera pena per una situazione così straziante) mentre uno smarrito quanto desolato George ammette che dopo tante sedute non sa ancora dove vanno i morti che lasciano questo piano dell'esistenza. Lo stesso Marcus metterà in contatto George con Marie, che aveva incontrato alla fiera del libro e che aveva compreso essere il tassello mancante della sua vita, una donna speciale come lui e che non l'avrebbe allontanato.


Il film si chiude quindi con una visione ottimista e carica di speranza, lasciando intendere che se da una parte sono i vivi ad essere le vere vittime della morte (continuiamo a soffrire con la consapevolezza della fine prossima e la pena di essere soli) dall'altra questa stessa condizione di caducità ci deve spingere a vivere il nostro breve tempo su questa terra nel modo migliore possibile, non rinunciando mai a sperare.

Naturalmene consiglio di vederlo in lingua originale, così da apprezzare meglio l'interessante e coinvolgente recitazione di tutti i personaggi (nei film di Clint anche i personaggi di seconda e terza fila diventano a tutto tondo con due battute ed una espressione) e le emozioni che certe scene sanno smuovere.

La sensibilità del film è tutta chiaramente di stampo occidentale/cristiano con i suoi riferimenti culturali e la religione cristiana (non tanto quella cattolica)  sullo sfondo, connotata dalla paura che tutto finisca e che sia irrimediabilmente perduto e che non si trovi pace alle non risposte sulla possibilità di una "vita" oltre la morte.

Se devo riassumere in due parole il film sono delicato ed appropriato. Altro non so dire se non raccomandare di vederlo, magari stretti alla vostra persona più cara.

giovedì 16 giugno 2011

Che tristezza di ministro...povera Italia!

La recente vicenda del ministro Brunetta è la cifra migliore della crisi di queso governo, a parole liberista e riformatore, nei fatti fallimentare sotto ogni aspetto.
A pensarci bene di peggio c'è solo la scomposta reazione del Ministro che dopo aver evitato anche solo di ascoltare una domanda di alcuni lavoratori precari ha tentato di occupare televisioni, radio, giornali nonché il web con la "sua" versione dei fatti, come se noi spettatori esterni non potessimo farci una nostra opinione semplicemente dando un giudizio sul video integrale che ripropone l'intero svolgimento degli eventi.




Ciò che è triste è la distanza planetaria tra una classe politica arrogante, autoreferenziale e autocompiaciuta per la quale loro sono i Migliori Campioni Che l'Italia Abbia Mai Avuto e tuti gli altri una massa di losers causa di tutti i mali e delle degenerazioni del nostro paese.
Che bello sarebbe governare una nazione con un debito pubblico ai minimi termini, una bilancia commerciale n attivo, i conti a posto, disocupazione sotto il 3%, traboccante di benessere e salute, capace di attrarre capitali, cervelli e turisti, che sforna premi Nobel, eccellenze imprenditoriali e culturali, ha imprese in salute che competono vincenti con i colossi del resto del mondo.
Probabilmente questo paese esiste, ma non è l'Italia.

E forse, dico forse, chi ci ha governato per la grande parte degli ultimi 17 anni, ch ha deciso le strategie, come investire le risorse e dove tagliarle, chi favorire e dove investire, bè, forse forse n po' di responsabilità ce l'ha.

giovedì 9 giugno 2011

X-Men First Class altrimenti noto come l'Inizio...



Butto giù a mente calda le mie impressioni sull'ultimo parto di casa Marvel firmato Brian Singer, Shuler-Donner con le riprese di Vaughn.
Ah, certo...ATTENZIONE SPOILER!!
L'idea di collocare l'origine del nucleo di quelli che saranno noti come X-Men negli anni '60, ovvero proprio l'epoca della loro nascita cartacea, è stata certo un rischio non da poco, ma Singer ci aveva già spiazzato nell'incipit della saga introducendoci in un lager nazista, ed è da questo che si riparte con il giovanissimo Erik Lensherr, alias umano di Magneto, che incontra la sua prima nemesi nonché assassino della madre, il Sebastian Shaw di Kevin Bacon.
In quegli stessi anni il talentuoso Charles Xavier (James McAvoy)che prepubere è già perfettamente padrone delle proprie capacità, fa la conoscenza della prima mutante, costretta a nascondersi per il suo aspetto, Mystique/Mistica (Jennifer Lawrence).
Sappiamo già che le strade dei due sono destinate ad incrociarsi ed è proprio la minaccia rappresentata da Shaw, che ricompare nei primi '60 in piena guerra fredda con il suo Hellfire Club a fare da burattinaio tra i rapporti al limite dello strappo tra USA e URSS, a costituirne il ccatalizzatore con l'adulto Erik divenuto nel frattempo spietato cacciatore di nazisti. La rabbiosa sofferenza celata da calcolate strategie per avvicinare le sue prede non impedisce a Xavier di riconoscere in lui un amico che ha bisogno di essere guidato nel raggiungimento della piena maturità dei suoi poteri e soprattutto di non sentirsi solo nella sua lotta. Condizioni entrambi che capirà ma che piegherà alla sua visione personale del mondo sostituendo ai suoi aguzzini nezisti l'intero genere umano, destinato a perdere la competizione evolutiva.
Poi c'è tutto il corollario di personaggi mutanti che arrichiscono il film, da Havoc a La Bestia, da Azazel a Banshee ma soprattutto la strepitosa e freddissima telepate diamantata Emma Frost/Regina Bianca della trentenne January Jones! (Un difetto del film? Troppo poca Emma Frost!).
Infine c'è Moira MacTaggert (Rose Byrne) divenuta nel film agente CIA e primo legame di Xavier con il governo americano.

Il cuore del film è proprio in questo rivelarsi del legame tra le due facce degli amici fraterni/futuri rivali Charles ed Erik, che sono conspaevoli di quello che diverrà il mondo dopo la loro apparizione nel conflitto in corso, delle loro implicazioni e delle possibili scelte e conduce esattamente ai precedenti tre film della saga degli X-Men.

Soprassiedo sulle vistose lacune di continuity e sulle scelte di adattamento alla trama di alcuni personaggi del fumetto dovute essenzialmente per certi versi al successo dei personaggi (Mystique in primis che è divenuta grazie ai film una sorta di icona anche nella trasposizione a fumetti, come si influenzano questi media!) altri alla loro funzionalità (Hellfire Club da circolo di elitè nel fumetto con le sue gerarchie ispirate agli scacchi, qui assenti, si riduce a copertura per le attività di Shaw), c'era poi l'esigenza di rimpinguare la scuola di studenti e non si è andato tanto per il sottile pescando tra personaggi classici (la Bestia) e più recenti (Darwin).

Ci sono idee a mio avviso azzeccate (l'elmo di Magneto, l'immobilità di Xavier) altre meno (Hank McCoy è usato un po' troppo come deus ex machina).

Una menzione merita Michael Fassbender che aveva il difficile compito di interpretare Magneto, compito reso difficile dalle precedenti interpretazione di Ian McKellen. Devo dire che il compito è riuscito, l'attore appare coivolto nel personaggio e ne rende a meraviglia l'iniziale dissidio interiore, diviso tra brama di vendetta e desiderio di far tacere i fantasmi, fino all'evoluzione di leader della comunità dei mutanti e quindi a rivoluzionario globale (oggi si direbbe terrorista).

Insomma a me è piaciuto, spero che dia il via ad un altro filone di X-film parallelo a quello dell'universo dei Vendicatori (Wolverine come nei fumetti viaggia già da sè) perché di belle storie ce ne sarebbero da raccontare. Forza Brian, rimettiti sotto e prepara subito un altro bello script!

PS
Imperdibili i cameo di due popolari characters della precedente trilogia!
PPS
Inutile aspettare di vedere cosa c'è dopo i titoli di coda, nessuna scena a sorpresa, neanche un sex tape di Emma Frost...