giovedì 10 dicembre 2015

Non mi esce dalla testa (32)

C'è una categoria di persone per le quali indossare una maschera passa dall'essere una consuetudine, quasi una regola sociale non scritta, alla lunga diventa prima un peso insopportabile, poi un motivo d'odio. Odio verso chi? Incolpi il mondo intero, poi la tua nazione, la tua città, il tuo quartiere, i vicini, i parenti, gli amici, i familiari più stretti quando si arriva un punto dove rimangono pochi veri colpevoli.
E l'odio che si prova, senza nomi nè etichette o timbri, così vivo e bruciante alla fine non ti rimane che versartelo addosso e urlare come in un bagno acido. Se sopravvivi, quel che rimane di te può diventare qualcosa di nuovo, di completamente diverso. Tipo la prossima regina di Danimarca.
È quella sorta di sentimento che ha provato John Grant quando ha composto Queen of Denmark per il suo primo album solista, dal titolo omonimo.

I wanted to change the world 
I wanted to change the world,
But I could not even change my underwear.
And when the shit got really, really out of hand,
I had it all the way up to my hairline,
Which keeps receding like my self-confidence--
As if I ever had any of that stuff anyway.
I hope I didn't destroy your celebration,
Or your Bat Mitzvah, birthday party or your Christmas.
You put me in this cage and threw away the key.
It was this 'us and them' shit that did me in.
You tell me that my life is based upon a lie.
I casually mention that I pissed in your coffee.
I hope you know that all I want from you is sex,
To be with someone who looks smashing in athletic wear.
And if your haircut isn't right, you'll be dismissed.
You'll get your walking papers and "You can leave now."

I don't know what to want from this world.
I really don't know what to want from this world.
I don't know what it is you want to want from me.
You really have no right to want anything from me at all.
Why don't you take it out on somebody else?
Why don't you bore the shit out of somebody else?
Why don't you tell somebody else that they're selfish,
A weakling, coward, a pathetic fraud?

Who's gonna be the one to save me from myself?
You'd better bring a stun gun and perhaps a crowbar.
You'd better pack a lunch and get up really early.
And you should probably get down on your knees and pray.
It's really fun to look embarrassed all the time--
Like you could never cut the mustard with the big boys.
I really don't know who the fuck you think you are.
Can I please see your license and your registration?

I don't know what to want from this world.
I really don't know what to want from this world.
I don't know what it is you want to want from me.
You really have no right to want anything from me at all.
Why don't you take it out on somebody else?
Why don't you bore the shit out of somebody else?
Why don't you tell somebody else that they're selfish,
A weakling, coward, a pathetic fraud?

So Jesus hasn't come in here to pick you up.
You'll still be sitting right here ten years from now.
You're just a sucker, but we'll see who gets the last laugh.
Who knows? Maybe you'll get to be the next queen of Denmark.


Qui nella versione di Sinéad O'Connor.

martedì 27 ottobre 2015

Non mi esce dalla testa (31)

Immaginate di leggere una poesia e di trovare terribilmente triste e deprimente la vicenda che si svolge tra le rime. Poi vi trovate a canticchiare una melodia ritmata ed allegra, ritirata fuori dopo anni da qualche polveroso cassetto della memoria.
Con i potenti mezzi della tecnologia moderna contemporanea, in pochi secondi ritrovate l'allegro brano che vi ronza nel cervello e tanto vi basta per accorgervi che c'è una "leggera" dissonanza tra le liriche, a dir poco terrificanti nello squallore che descrivono, e il pezzo che risulta invece melodico, orecchiabile, con un ritornello "catchy", per dirla con un tecnicismo, e uno special ironico e ben scritto.
Il brano ebbe una breve fortuna radiofonica, tuttavia sembra che non abbia lasciato traccia viste anche le poche visualizzazioni in rete, ma tant'è, i gusti sono gusti e chi sono io per dire cattiverie su chessò, Giuliano dei Negramaro?

L'aura, dove sei finita? Ti sei persa nell'armadio?


giovedì 1 ottobre 2015

A volte ritornano...i ricordi

È passato un bel po' di tempo dall'ultima volta che ho posato le mie sempre più pigre dita sulla tastiera conil desiderio di riempire il mio piccolo spazio binario, sequenze di uno e di zeri tradotte, formattate, impaginate in questa cornice pixel povera di colori, che sarebbe questo mio blog.
Un'estate intera è passata, avrei potuto scrivere cartelle su cartelle di testo descrivendo magari qualche mio aneddoto personale, una storia spassosa, forse vera forse no, elegantemente chiusa da una morale finale nella forma di una lezioncina che la vita mi ha impartito, oppure il commento, con l'indice alzato, sugli innumerevoli eventi che hanno punteggiato i mesi estivi, eventi che sono stati tali nella misura in cui l'ha deciso "la rete" o "il popolo della Rete", il respiro contemporaneo e poliglotta di questo mondo storto di oggi, o magari scrivere qualche insipida rece/critica agli ultimi libri letti (molto pochi), film o serie tv viste (non moltissime e chi le ha seguite non mi abita certo vicino) o non di meno il commento su qualche importante, fondamentale avvenimento di portata sociale o politica nazionale se non internazionale.
La verità è che metterlo per iscritto in questo mio blog 1) non interessa veramente a nessuno, ci sono decine di migliaglia di alternative centomila volte migliori di questo spazio svogliato, e dove discussioni più o meno costruttive crescono come popolazioni di conigli e 2) mi trova completamente fuori fase temporale ed umorale, perchè nel momento in cui mi sintonizzo con quanto è accaduto il tal giorno x, lo valuto per formare una mia opinione ma che fa in tempo a cambiare mille volte e quindi ad evaporare quando mi rendo conto di aver io stesso speso una porzione importante del mio tempo sulle fonti al punto 1).

Questo blog  non è nato con una tematica precisa, un'identità forte che lo può collocare in una precisa categoria di "preferiti" e consultarlo quella volta che non ci si ricorda a cosa si riferiva quel link misterioso quanto dimenticato. Queso blog era nato come una mia semplice stanza dei ricordi o dei segnalibri (appunto) di qualche episodio della mia vita che solo per un caso di "pigrizia della pigrizia" non si è tradotto con il più classico diario cartaceo e matitone (che mi pare di ricordare aver detto in precedenza, non aver mai fatto).

Neanche oggi ho un anedotto, una storiella curiosa da raccontare o un particolare evento da commentare, nulla ancora di tutto questo e che dubito riuscirò mai a mettere qui dentro. Era da tanto tuttavia che volevo ricomnciare a "sporcare" questa lavagna bianca virtuale, oggi mi sono ricordato questo episodio: con un mio amico andai tempo addietro ad ascoltare un concertino di un gruppo francese punk, praticamente sconosciuto e credo oggi neanche più esistente, in un locale qui vicino. Mi convinse lui ad accompagnarlo, io più rock ma curioso musicalmente, lui decisamente più punk. Il concerto fu molto bello e coinvolgente, i musicisti discretamente bravi e trascinatori, nonostante il pubblico si concentrasse principalmente sul motivo principale per il quele erano lì, cioè il cibo e l'alcol. Siccome avevamo fatto amicizia con il gruppo (eravamo arrivati mooolto prima del concerto e loro stavano praticamente finendo di cenare e in attesa di prepararsi per la serata, ci siamo allora presentati e abbiamo iniziato a confrontarci sui nostri gusti musicali, io mi sono salvato almeno con gli AC/DC che piacevano anche a loro ma il mio amico gli era più affine per vie della passione comune per il punk inglese dei '70), la fine del concerto è stata quasi dedicata a noi che ci eravamo piazzati sul tavolo proprio davanti a loro durante l'esibizione. In un crescendo di cori scatenati, il mio amico è stato infine chiamato dal cantante a partecipare al pezzo di chiusura (che io chiaramente non conoscevo ma che trovavo molto forte e trascinante), un ritornello facile da ricordare e quindi da cantare, anzi da urlare, come allo stadio, una strofa secca da inno generazionale. Il pezzo era questo:




 
Alla fine eravamo sudati e distrutti ma felici, come dopo un amplesso praticamente, ma per me (pure appassionato di musica rock ma vergine di concerti), era stata un'esperienza rinvigorente ma che purtroppo non ho ripetuto.
Oggi quel mio amico è sindaco della mia città. Speriamo che l'anima punk gli sia rimasta, per incidere davvero, al contrario di me che non reggo nemmeno un blog.

sabato 4 aprile 2015

Stasera comando io!

Io avrei tanta voglia di vedermi un film, ma tanta voglia.
Ogni sera mi accomodo davanti al mio laptop (il televisore appeso nel soggiorno mi comunicano che non è più di mia proprietà ma è passato di mano ai nuovi proprietari che preferiscono di gran lunga il canale 611 di Sky, tutto mostriciattoli e dottoresse, tantìè...) e mi passo in rassegna tutta la mia bella collezione di filmettini, vecchi e nuovi, italiani e non (mento sapendo di mentire, c'ho più film coreani che italiani), blockbuster e cazzatelle, film di culto e film di nicchia, film blockbuster di culto e film sfigati di nicchia, insomma come al solito si danno battaglia percezioni contrastanti di cosa vorrei sentirmi stasera, se un eroe action nell'america metropolitana del presente o un barbaro ipertrofico in un mondo fantastico nutrito con il sangue ed il sudore, oppure uno scapicollato sportivo delle piste o magari una vittima in fuga da un mostro ultradimensionale.

Ed ecco che in questa ordalìa frenetica decisionale, prevale il solito sentimento pragmatico rompiballe: prima mi fa distogliere lo sguardo verso l'ora ("non è un po' tardi?" ), poi mi fa dare un'ultima occhiata malinconica alla lista dei miei preferiti ("eh sì, due orette sono un po' troppe per un film di supereroi, no? Anche in alta definizione!") e, benevolente, mi concede uno sguardo verso l'elenco delle serie tv ("una quarantina di minuti sono più adeguate, no? Oh, guarda, c'è quella comedy da 20 minuti a episodio, perfetta!"), per darmi subito dopo una mazzata moralizzatrice ("tanto valeva portare avanti un po' di lavoro anche se è sabato, no? Così poi te lo ritrovi lunedì il vantaggio!").

Ogni fine settimana è così, anzi ogni sera è così. Mobbastaveramente però!
Oggi, signor Senso di Colpa ti chiudo in un cassetto, anzi ti infilo nel bidone della spazzatura e gli dò fuoco, ti butto nello sciaquone e tiro lo scarico, nossignore stasera ecchecavolo pijate 'na vacanza ma non mi rompere le palle.
Stasera me vedo Willow, me vedo, due orette di fantasy firmate da Richie Cunningham e passa la paura!




martedì 24 marzo 2015

Non mi esce dalla testa (29)

Una giara di mosche, Layne Stanley muto, a breve per sempre, un lamento o un canto? Le onde del mare risuonano timorose sul ventre delle balene mente il volo operoso delle api prosegue indifferente nella bellezza placida dell'oceano.
E intanto, cazzo, è arrivata la primavera...


venerdì 20 febbraio 2015

I'll dream about a cloudy sky...

I Faith No More non ci sono più ma in un mio (raro) viaggio con mia sorella e la sua cricca, durante il ritorno in auto, ascoltando l'album "King for a Day, Fool for a Lifetime" che mitigava la stanchezza della giornata mentre macinavamo i chilometri lungo un'autostrada trafficata e l'aria intorno color polvere, il brano "Just a man" mi proiettava in una chiesa battista del sud degli Stati Uniti, mentre con le braccia al cielo mi sollevavo per raggiungere un cielo pieno di nuvole.
Chissa perchè, travestito da Elvis. Del periodo tamarro.



venerdì 30 gennaio 2015

lunedì 12 gennaio 2015

Je suis charlie anche me


Poi arriva un momento nel quale ti vuoi scordare di quanto il mondo sia diventato un posto lugubre e minaccioso, che anche se la speranza non muore e milioni di persone libere si stringono attorno ai morti che non si sognavano nemmeno di diventare degli eroi, eroi di quella libertà che fino all'altro ieri sembrava invece messa in discussione e che la censura o l'auto censura, velata smorzata, dolce ma sempre una violenza al diritto di espressione che ci vantiamo di aver raggiunto e di voler difendere, la censura, dicevo, magari è la soluzione più adatta, parlare più piano, sottovoce, fino a non farsi sentire più, fino a quasi non dimostrare più nemmeno la propria esistenza, ma poi si rialza la testa e si urla, di un urlo silenzioso di migliaia di sguardi fieri, sorrisi onesti, visi giovani e rugosi, bè allora pensi com'erano belli quei tempi semplici e confusi, pochi e chiari sentimenti, le feste delle medie o delle superiori, le serate a fingere di saper ballare, di saper stare al mondo, la spavalderia che maschera l'imbarazzo, le gaffes, ma chi ci pensava ai commandos e alle bombe, solo luci soffuse ed un incrocio di sguardi languidi, quelli sì che ti terrorizzavano, un romanticismo preconfezionato da romanzetto che ti trovavi ad interpretare.





Allora forse, pensi, non c'entra niente ma per un minuto tornassero quei momenti, ti sentiresti per un istante ancora un adolescente e nella testa un accalcarsi di progetti, di piani, di viaggi, di esperienze, che puntualmente sono svanitie evaporate, sublimate, irrealizzate, ma stanno ancora lì seppur sbiadite nei tuoi ricordi di vecchio non più giovane mentre ti auguri che il mondo torni ad essere un posto più frivolo, più semplice ma magari anche no.



 "No.1 Party Anthem"
So you're on the prowl wondering whether she left already or not
Leather jacket, collar popped like Cantona
Never knowing when to stop
Sunglasses indoors, par for the course
Lights in the floors and sweat on the walls
Cages and poles

Call off the search for your soul, or put it on hold again
She's having a sly indoor smoke
And she calls the folks who run this her oldest friends
Sipping a drink and laughing at imaginary jokes
As all the signals are sent, her eyes invite you to approach
And it seems as though those lumps in your throat
That you just swallowed have got you going

[Chorus:]
Come on, come on, come on
Come on, come on, come on
Number one party anthem

She's a certified mind blower, knowing full well that I don't
May suggest there's somewhere from which you might know her
Just to get the ball to roll
Drunken monologues, confused because
It's not like I'm falling in love I just want you to do me no good
You look like you could

[Chorus 2x]
The look of love - the rush of blood
The "She's with me" - the Gallic shrug
The shutterbugs - the Camera Plus
The black and white - the colour dodge
The good time girls - the cubicles
The house of fun - the number one party anthem

Come on, come on, come on
Before the moment's gone
Number one party anthem