martedì 27 ottobre 2015

Non mi esce dalla testa (31)

Immaginate di leggere una poesia e di trovare terribilmente triste e deprimente la vicenda che si svolge tra le rime. Poi vi trovate a canticchiare una melodia ritmata ed allegra, ritirata fuori dopo anni da qualche polveroso cassetto della memoria.
Con i potenti mezzi della tecnologia moderna contemporanea, in pochi secondi ritrovate l'allegro brano che vi ronza nel cervello e tanto vi basta per accorgervi che c'è una "leggera" dissonanza tra le liriche, a dir poco terrificanti nello squallore che descrivono, e il pezzo che risulta invece melodico, orecchiabile, con un ritornello "catchy", per dirla con un tecnicismo, e uno special ironico e ben scritto.
Il brano ebbe una breve fortuna radiofonica, tuttavia sembra che non abbia lasciato traccia viste anche le poche visualizzazioni in rete, ma tant'è, i gusti sono gusti e chi sono io per dire cattiverie su chessò, Giuliano dei Negramaro?

L'aura, dove sei finita? Ti sei persa nell'armadio?


giovedì 1 ottobre 2015

A volte ritornano...i ricordi

È passato un bel po' di tempo dall'ultima volta che ho posato le mie sempre più pigre dita sulla tastiera conil desiderio di riempire il mio piccolo spazio binario, sequenze di uno e di zeri tradotte, formattate, impaginate in questa cornice pixel povera di colori, che sarebbe questo mio blog.
Un'estate intera è passata, avrei potuto scrivere cartelle su cartelle di testo descrivendo magari qualche mio aneddoto personale, una storia spassosa, forse vera forse no, elegantemente chiusa da una morale finale nella forma di una lezioncina che la vita mi ha impartito, oppure il commento, con l'indice alzato, sugli innumerevoli eventi che hanno punteggiato i mesi estivi, eventi che sono stati tali nella misura in cui l'ha deciso "la rete" o "il popolo della Rete", il respiro contemporaneo e poliglotta di questo mondo storto di oggi, o magari scrivere qualche insipida rece/critica agli ultimi libri letti (molto pochi), film o serie tv viste (non moltissime e chi le ha seguite non mi abita certo vicino) o non di meno il commento su qualche importante, fondamentale avvenimento di portata sociale o politica nazionale se non internazionale.
La verità è che metterlo per iscritto in questo mio blog 1) non interessa veramente a nessuno, ci sono decine di migliaglia di alternative centomila volte migliori di questo spazio svogliato, e dove discussioni più o meno costruttive crescono come popolazioni di conigli e 2) mi trova completamente fuori fase temporale ed umorale, perchè nel momento in cui mi sintonizzo con quanto è accaduto il tal giorno x, lo valuto per formare una mia opinione ma che fa in tempo a cambiare mille volte e quindi ad evaporare quando mi rendo conto di aver io stesso speso una porzione importante del mio tempo sulle fonti al punto 1).

Questo blog  non è nato con una tematica precisa, un'identità forte che lo può collocare in una precisa categoria di "preferiti" e consultarlo quella volta che non ci si ricorda a cosa si riferiva quel link misterioso quanto dimenticato. Queso blog era nato come una mia semplice stanza dei ricordi o dei segnalibri (appunto) di qualche episodio della mia vita che solo per un caso di "pigrizia della pigrizia" non si è tradotto con il più classico diario cartaceo e matitone (che mi pare di ricordare aver detto in precedenza, non aver mai fatto).

Neanche oggi ho un anedotto, una storiella curiosa da raccontare o un particolare evento da commentare, nulla ancora di tutto questo e che dubito riuscirò mai a mettere qui dentro. Era da tanto tuttavia che volevo ricomnciare a "sporcare" questa lavagna bianca virtuale, oggi mi sono ricordato questo episodio: con un mio amico andai tempo addietro ad ascoltare un concertino di un gruppo francese punk, praticamente sconosciuto e credo oggi neanche più esistente, in un locale qui vicino. Mi convinse lui ad accompagnarlo, io più rock ma curioso musicalmente, lui decisamente più punk. Il concerto fu molto bello e coinvolgente, i musicisti discretamente bravi e trascinatori, nonostante il pubblico si concentrasse principalmente sul motivo principale per il quele erano lì, cioè il cibo e l'alcol. Siccome avevamo fatto amicizia con il gruppo (eravamo arrivati mooolto prima del concerto e loro stavano praticamente finendo di cenare e in attesa di prepararsi per la serata, ci siamo allora presentati e abbiamo iniziato a confrontarci sui nostri gusti musicali, io mi sono salvato almeno con gli AC/DC che piacevano anche a loro ma il mio amico gli era più affine per vie della passione comune per il punk inglese dei '70), la fine del concerto è stata quasi dedicata a noi che ci eravamo piazzati sul tavolo proprio davanti a loro durante l'esibizione. In un crescendo di cori scatenati, il mio amico è stato infine chiamato dal cantante a partecipare al pezzo di chiusura (che io chiaramente non conoscevo ma che trovavo molto forte e trascinante), un ritornello facile da ricordare e quindi da cantare, anzi da urlare, come allo stadio, una strofa secca da inno generazionale. Il pezzo era questo:




 
Alla fine eravamo sudati e distrutti ma felici, come dopo un amplesso praticamente, ma per me (pure appassionato di musica rock ma vergine di concerti), era stata un'esperienza rinvigorente ma che purtroppo non ho ripetuto.
Oggi quel mio amico è sindaco della mia città. Speriamo che l'anima punk gli sia rimasta, per incidere davvero, al contrario di me che non reggo nemmeno un blog.