giovedì 29 settembre 2011

Un disegno per domani

I bambini della scuola primaria Borgo Rosselli di Porto San Giorgio si sono aggiudicati il premio "Doodle per Google: l'Italia fra 150 anni" messo in palio dal motore di ricerca di Mountain View, con questo bel disegno:

Complimenti!!

martedì 27 settembre 2011

L'ultimo del suo genere



Ieri è morto a 79 anni Sergio Bonelli, fondamentale editore dell'omonima casa editrice.
Di lui si dirà e scriverà molto, come è giusto che sia, sui suoi fumetti, quelli da lui scritti (Tex), ideati (Zagor e Mister No) e quelli che ha avuto il merito di pubblicare (e il coraggio e l'incoscienza di farlo) primi fra tutti Ken Parker e Dylan Dog, hanno accompagnato diverse generazioni non certo come semplice svago, no. I fumetti della Bonelli sono sempre stati qualcosa in più e di diverso dagli altri, con storie che ci si portava dentro e di cui si discuteva con il fervore del tifoso.
E tutto grazie a questo signore dall'aspetto un po' rude, poco incline ai pavoneggiamenti da star e dal tono gentile e discreto.

Grazie, Sig.Sergio Bonelli, per averci regalato delle emozioni con la sola forza delle parole e delle idee, per tutti i sogni di carta e le nuvole di fantasia che hanno reso più leggera e lieta la nostra vita, per aver incoraggiato tanti a condividere i suoi sogni!

giovedì 22 settembre 2011

Brutto posto il lavoro

Spesso mi ritrovo a riflettere come le nostre ambizioni pubbliche siano tutte centrate sulle aspirazioni di carriera. Farò l'astronauta o il manager si favoleggiava un tempo da piccoli quando già ci inculcavano con questi "spot" il messaggio subliminale del sogno perfetto, essere felici del nostro ruolo costruttivo nella società.
Questa semplificazione ci riduceva a figure di cartone sorridenti e confortanti, dove non esistevano sofferenze, infelicità, crisi, guerre o accidenti della natura.
Ora, poichè viviamo quasi per lavorare, dove i momenti di svago si mescolano e si sovrappongono a quelli di impegno quotidiano e le gioie rare, dove la qualità della vita è una chimera da conquistare con il sudore della fronte di oggi, mi sentirei di consigliare a chi verrà dopo di me: fregatene di tutto, continua a sognare le stelle o qualunque cosa tu tenga in quel ripostiglio solo a te noto che è il tuo cuore e insegui solo quelle, perché soffrirai, ti maledirai e avrai tante decisioni dure da affrontare, proprio come oggi fanno quelli che si sono rassegnati mentre i loro sogni si sono spenti tra i falsi bisogni che pensano di soddisfare.
Ma sarai felice come nessun altro.



sabato 3 settembre 2011

La Nostra Memoria

Ieri sera, dopo vari tentativi uccisi sul nascere da micidiali colpi di sonno dovuti alla stanchezza e all'ora tarda, ho visto una puntata della stagione corrente di BLU NOTTE di Carlo Lucarelli.
Lucarelli, di cui non ho mai letto un libro, almeno fino ad oggi, è riuscito a paortare in video una forma di infonarrazione basato su una tecnica affabulatoria vincente, la scomposizione delle trame di un particolare oggetto della discussione come se fosse un racconto giallo o un film del quale sviluppa lo svolgimento a partire dalle tecniche di composizione: c'è una situazione particolare di partenza che genera degli interrogativi e questi interrogativi generano a loro volta le sottotrame della storia che arriva inevitabilmente al punto iniziale dove tutto si riannoda e si rende evidente allo spettatore/pubblico/lettore.
Detto così sembra complicato ma anche chi non ha mai ascoltato Lucarelli in BLU NOTTE è diventato un modo così affermato raccontare la Storia (o delle storie) che più o meno tutti i programmi di inchiesta ne hanno pescato qualcosa.

Ebbene, nella puntata di ieri, 2 settembre 2011, il racconto era dedicato al cosiddetto "armadio della vergogna" e alle stragi di Sant'Anna di Stazzema e Marzabotto (per citare le più note).
L'oggetto  è costituito dalle stragi compiute dagli ex alleati ed occupanti tedeschi, con la complicità dei repubblichini di Salò, in molti pasi tra gli Appennini Tosco-Emiliani.
Il racconto è reso vivido dai ricordi vividi ed indelebili dei sopravvisuti oggi per lo più 60-70enni ma allora molto giovani che descrivevano con parole vive e con la voce rotta dalla commozione gli eventi strazianti di quei giorni, con le efferatezze e le brutalità commesse dai nazisti nei confronti di civili inermi: gli uomini in buona salute infatti che erano scappati dalle famiglie per rifugiarsi nei boschi o sulle montagne davano per scontato che l'esercito occupante mai avrebbe torto un capello a donne, anziani e bambini. Le cose andarono molto peggio perchè quegli episodi sono i primi tra quelli che determinarono il passaggio ad una guerra per così dire "sporca", dove gli schieramenti opposti cioè non risparmivano di colpire anche la popolazione civile.
Non molto tempo fa, si parla di 5-6 anni tra il 2004 ed il 2006, si sono celebrati i processi, molti in contumacia, per processare i responsabili delle stragi che in base alle convenzioni vigenti si erano macchiai di crimini di guerra, dopo il seppellimento dei documenti che attestavano con nomi e cognomi il rapporto tra carnefici e vittime appunto nel cosiddetto "armadio della vergogna", sepolto in qualche scantinato delle Procura di Roma.

Ho riflettuto a lungo sulle parole delle e dei superstiti, sulla largamente condivisa tra gli allora soldati ed ufficiali tedeschi mancanza di pentimento per le crudeltà compiute, sulle ciniche decisioni politiche intraprese durante il primo periodo post conflitto dai governi italiani e ho pensato che nonostante la Storia non conti proprio nulla nell'economia dell'andamento politico generale delle generazioni attuali (passate, presenti e future), non si possa fare a meno di cercare in tutti i modi di non dimenticare, di fare comunque tesoro di tutto ciò che l'Uomo ha compiut sull'Uomo perché è importante capire che la giustizia e la pietà non vanno mai abbandonate al loro destino perchè ci sono sempre de lupi in agguato che vogliono farle sparire e giustificare la propria misera anima nera, consumata dall'odio e dall'ideologia.

Per una Memoria che rimanga e che si tramandi.

giovedì 1 settembre 2011

Noia, Boring, Langweilig...



Sondre Lerchen, lo sto ascoltando e non mi sono accorto che mi stavo autoinfliggendo mille coltellate di noia mortale.
Ho seguito una rece su Rolling Stone ma a parte lo sforzo di arrivare alla fine credo proprio che questo tipo di musica non faccia per me.
PS
Ho scoltato l'album Heartbeat Radio, conclusione: che palle, sto Lerche!
Rifacciamo le orecchie và.