lunedì 29 agosto 2011

Nostalgia canaglia

Tempo fa acquistai alcuni Showcase della DC Comics, in particolare un Superman, una Legione dei Super Eroi e un Doom Patrol.
Fra mille impegni sto terminando il primo di questi volumi ma già pregusto di immergermi nella lettura degli altri due.
In realtà sto già programmando l'acquisto di altri volumi di questo genere di pubblicazioni che mi ha decisamente catturato. Mi avvalgo di quell'immenso pozzo senza fondo che è The Book Depository che oltre ad avere un catalogo più che ampio, pratica dei prezzi molto vantaggiosi e senza costi di spedizione (dal Regno Unito! Praticamente te li tirano addosso).
I miei attuali volumi sono arrivati una settimana esatta dall'ordine (online naturalmente) ciascuno nel suo pratico imballaggio, lucidi ed intonsi.

Ho pensato varie volte a come mai mi sono lasciato catturare da queste storie assai semplici, dalle trame lineari ma dalle soluzioni narrative spesso infantili (il target era chiaramente un pubblico di preadolescenti), i disegni dai connotati statici e poco attraenti se confrontati con le pagine di un qualunque comics odierno. Parlo soprattutto delle storie di Superman, che nel volume che sto leggendo il n°4, si possono dire coeve all'esplosione di quello che sarebbe diventato il maggior concorrente della casa editrice di Batman&co, ovvero la Marvel, che stava rivoluzionando il genere con i suoi fumetti, Spider-Man, i Fantastci Quattro, i Vendicatori, gli X-Men, Iron Man, Thor e Hulk per citare i principali (Stan Lee, Jack Kirby, Steve Ditko, John Buscema, Gene Colan...pesi massimi insomma).
Certamente un notevole ruolo lo gioca il progressivo allontanamento dagli attuali fumetti, manga compresi. I comics li ho più o meno lasciati da una decina d'anni, più che altro la Marvel mi ha fatto disinnamorare dei supereroi con superproblemi che mi avevano entusiasmato lungo tutto il decennio precedente (mentre guardavo con sospetto i fumetti DC che ritenevo, a torto, ammuffiti ma di questo ne parlo più avanti). I manga si erano moltiplicati in edicola e anche di più in fumetteria che manco Gesù con i pesci e pur appartenendo alla generazione che ha contribuito al successo degli anime prima e dei manga poi (questi ultimi a partire dalla fine degli anni 80) trattandosi spesso di produzioni di lungo respiro ho preferito mollare (brutto termine per un appassionato) e concentrarmi su pochi acquisti.
Forse non mi sono evoluto molto da questo punto di vista, molti miei coetanei passavano allora ai fumetti italiani (Bonelli cioè) e poi agli autori europei o sudamericani ma a parte qualche eccezione (ho retto Martin Mystére per un bel pezzo, Nathan Never per 120 numeri e Napoleone fino all'ultima uscita, non mi sono fatto mancare la lettura de L'eternauta ovviamente) non sono riuscito a tradire i supereroi. C'era la produzione Vertigo ovviamente che nei '90 andava per la maggiore contando su trame adulte e autori innovativi con pochi o alcun supereroe (o la loro rivisitazione più moderna: Doom Patrol, Animal Man, Shade, Swamp Thing...), soprattutto Sandman prima e Preacher poi.
Forse è stata una mia reazione a dove stavano andando i comics nei '90 a portarmi a reagire verso una deleteria forma di marketing fatto di tavole sparate, splash pages e copertine multiple dove i contenuti, tranne rare eccezioni, erano subordinati all'hype che si riusciva a creare dimenticandosi dei personaggi e delle storie e soprattutto di un parco lettori fatto non solo di preadolescenti. Allora recuperare il maxi crossover Crisis on Infinite Earths ha fatto scattare qualcosa in me.


Non era il semplice evento dell'estate (di allora), era innanzi tutto lo sforzo creativo di due amanti del fumetto Marv Wolfman (testo) e George Perez (disegni) di trasformare un universo di personaggi che loro amavano in qualcosa di nuovo e fresco con le migliori intenzioni possibili. Ora al di là dei risultati e dei riverberi che quella maxi serie ha avuto fino ad oggi nell'universo DC quello che mi colpì era soprattutto la cura che era stata messa in ogni pagina e per ogni vignetta: si avvertiva che ciascun personaggio da Superman ad Anthro fino a Kamandi portava con sè la ricchezza di decenni di storie ed il contributo di svariati autori, pur spesso comparendo per poche pagine o addirittura poche vignette.
 
Il successivo lavoro di autori come Alan Moore e Grant Morrison è stato un ulteriore conferma di come il patrimonio immaginifico degli artigiani dei comics dei decenni precedenti non aveva prezzo e la loro eco poteva benissimo fungere da start per nuove meravigliose narrazioni.




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