mercoledì 31 dicembre 2014

L'ultima storia ovvero l'universo labirinto





"31 dicembre, ultimo dell'anno. Cristoforo si era alzato da poco ma si sentiva già stanco di quella consunta abitudine di buoni propositi per l'anno che verrà e l'avvilente meditazione sui mesti bilanci dei dodici mesi antecendenti. Lanciò una triste occhiata al diario sgualcito, tirato fuori dal cassetto appesantito di cianfrusaglie e accessori da scribacchino della scrivania ed emise un lungo sospiro. Socchiudendo le palpebre, forse la parte di lui più rinvigorita dalla pulizia facciale a base di acqua corrente schiaffeggiata sul viso, si ripromise di concludere con un piccolo guizzo personale il 365° giorno di questo anno tremendo, vissuto come un'escursione nepalese su uno scalcinato bus tra le montagne himalayane, dove la miglior compagnia fosse costituita da capre da latte in procinto di defecare. Con uno scatto improvviso riaprì gli occhi, sfogliò rapidamente il diario fino a giungere all'ultima annotazione, quindi si posizionò alla prima pagina bianca disponibile. Ok, questo momento deve essere tutto per me, pensò. E scrisse:

"31 dicembre, ultimo dell'anno. Pablo si era alzato da poco ma si sentiva già stanco di quella consunta abitudine di buoni propositi per l'anno che verrà e l'avvilente meditazione sui mesti bilanci dei dodici mesi antecendenti. Lanciò una triste occhiata al diario sgualcito, tirato fuori dal cassetto appesantito di cianfrusaglie e accessori da scribacchino della scrivania ed emise un lungo sospiro. Socchiudendo le palpebre, forse la parte di lui più rinvigorita dalla pulizia facciale a base di acqua corrente schiaffeggiata sul viso, si ripromise di concludere con un piccolo guizzo personale il 365° giorno di questo anno tremendo, vissuto come una lunga attesa al peggior gabinetto della peggior sosta lungo le autostrade peruviane, dove la miglior compagnia fosse costituita dal più petulante dei turisti bianchi colto da crisi intestinale. Con uno scatto improvviso riaprì gli occhi, sfogliò rapidamente il diario fino a giungere all'ultima annotazione, quindi si posizionò alla prima pagina bianca disponibile. Ok, questo momento deve essere tutto per me, pensò. E scrisse":
 
"31 dicembre, ultimo dell'anno. Rinko si era alzata da poco ma si sentiva già stanca di quella consunta abitudine di buoni propositi per l'anno che verrà e l'avvilente meditazione sui mesti bilanci dei dodici mesi antecendenti. Lanciò una triste occhiata al diario sgualcito, tirato fuori dal cassetto appesantito di cianfrusaglie e accessori da scribacchino della scrivania ed emise un lungo sospiro. Socchiudendo le palpebre, forse la parte di lei più rinvigorita dalla pulizia facciale a base di acqua corrente schiaffeggiata sul viso, si ripromise di concludere con un piccolo guizzo personale il 365° giorno di questo anno tremendo, vissuto come l'agonizzante solitudine dell'ultimo tilacino, il cane tigre australiano, dove la miglior compagnia fosse costituita dai custodi e dai naturalisti del parco zoo, con i loro sguardi divertiti e febbrili. Con uno scatto improvviso riaprì gli occhi, sfogliò rapidamente il diario fino a giungere all'ultima annotazione, quindi si posizionò alla prima pagina bianca disponibile. Ok, questo momento deve essere tutto per me, pensò. E scrisse":

 C'è un italiano, in una stanza, da solo, che immagina le nostre vite. È un creatore di storie, assemblatore di labirinti che non hanno fine e non hanno inizio. Un flusso ininterrotto che si auto riproduce. Un universo in una goccia. Noi siamo in una di queste infinite gocce, ma non sappiamo quale. E a dirla ignoriamo anche come facciamo a saperlo. Una domanda rimane senza risposta: da dove viene quell'italiano?"