sabato 3 settembre 2011

La Nostra Memoria

Ieri sera, dopo vari tentativi uccisi sul nascere da micidiali colpi di sonno dovuti alla stanchezza e all'ora tarda, ho visto una puntata della stagione corrente di BLU NOTTE di Carlo Lucarelli.
Lucarelli, di cui non ho mai letto un libro, almeno fino ad oggi, è riuscito a paortare in video una forma di infonarrazione basato su una tecnica affabulatoria vincente, la scomposizione delle trame di un particolare oggetto della discussione come se fosse un racconto giallo o un film del quale sviluppa lo svolgimento a partire dalle tecniche di composizione: c'è una situazione particolare di partenza che genera degli interrogativi e questi interrogativi generano a loro volta le sottotrame della storia che arriva inevitabilmente al punto iniziale dove tutto si riannoda e si rende evidente allo spettatore/pubblico/lettore.
Detto così sembra complicato ma anche chi non ha mai ascoltato Lucarelli in BLU NOTTE è diventato un modo così affermato raccontare la Storia (o delle storie) che più o meno tutti i programmi di inchiesta ne hanno pescato qualcosa.

Ebbene, nella puntata di ieri, 2 settembre 2011, il racconto era dedicato al cosiddetto "armadio della vergogna" e alle stragi di Sant'Anna di Stazzema e Marzabotto (per citare le più note).
L'oggetto  è costituito dalle stragi compiute dagli ex alleati ed occupanti tedeschi, con la complicità dei repubblichini di Salò, in molti pasi tra gli Appennini Tosco-Emiliani.
Il racconto è reso vivido dai ricordi vividi ed indelebili dei sopravvisuti oggi per lo più 60-70enni ma allora molto giovani che descrivevano con parole vive e con la voce rotta dalla commozione gli eventi strazianti di quei giorni, con le efferatezze e le brutalità commesse dai nazisti nei confronti di civili inermi: gli uomini in buona salute infatti che erano scappati dalle famiglie per rifugiarsi nei boschi o sulle montagne davano per scontato che l'esercito occupante mai avrebbe torto un capello a donne, anziani e bambini. Le cose andarono molto peggio perchè quegli episodi sono i primi tra quelli che determinarono il passaggio ad una guerra per così dire "sporca", dove gli schieramenti opposti cioè non risparmivano di colpire anche la popolazione civile.
Non molto tempo fa, si parla di 5-6 anni tra il 2004 ed il 2006, si sono celebrati i processi, molti in contumacia, per processare i responsabili delle stragi che in base alle convenzioni vigenti si erano macchiai di crimini di guerra, dopo il seppellimento dei documenti che attestavano con nomi e cognomi il rapporto tra carnefici e vittime appunto nel cosiddetto "armadio della vergogna", sepolto in qualche scantinato delle Procura di Roma.

Ho riflettuto a lungo sulle parole delle e dei superstiti, sulla largamente condivisa tra gli allora soldati ed ufficiali tedeschi mancanza di pentimento per le crudeltà compiute, sulle ciniche decisioni politiche intraprese durante il primo periodo post conflitto dai governi italiani e ho pensato che nonostante la Storia non conti proprio nulla nell'economia dell'andamento politico generale delle generazioni attuali (passate, presenti e future), non si possa fare a meno di cercare in tutti i modi di non dimenticare, di fare comunque tesoro di tutto ciò che l'Uomo ha compiut sull'Uomo perché è importante capire che la giustizia e la pietà non vanno mai abbandonate al loro destino perchè ci sono sempre de lupi in agguato che vogliono farle sparire e giustificare la propria misera anima nera, consumata dall'odio e dall'ideologia.

Per una Memoria che rimanga e che si tramandi.

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