martedì 31 dicembre 2013

Quest'anno facciamo gli auguri!

Che cosa si può dire di interessante in un saluto di fine anno che non sia già stato detto? Essere banali non è necessariamente un male quando non si hanno argomenti particolarmente interessanti da proporre, si rischia anzi di risultare fastidiosamente arzigogolati e spocchiosi, spesso.

La prima cosa che mi viene in mente allora è rileggere l'ultimo post del 2012: mi riconduce alle persone e alle personalità che ci hanno lasciato, al loro impatto sulle nostre vite, alle emozioni che ci assalgono quando abbiamo appreso la loro scomparsa e il successivo accavallarsi delle immagini che hanno richiamato i momenti particolari della nostra vita, quelli nei quali ci siamo toccati, sfiorati, abbracciati materialmente o idealmente con loro. Anche così però stiamo pensando a noi stessi e di noi stessi.

I bilanci sono un inevitabile epilogo di un ciclo, quello che corrisponde all'anno solare è un classico, con un rischio: di cadere in una sorta di regressivo rammarico che ci fa dannare più per gli obiettivi mancanti piuttosto che esultare per quelli centrati. Allora forse conviene rivolgere l'attenzione ai nuovi obiettivi, quelli per il nuovo anno, renderli appetibili e alla nostra portata e magari ampliare la gittata dei nostri desideri alle persone care: voglio riuscire a leggere quel classico che mi proponevo da tempo, recuperare quella serie o quel film a cui tenevo tanto, iniziare ad imparare quella lingua o quella ricetta o quella tecnica artistica che vorrei tanto riuscire a fare mia; ma anche: riuscire a organizzare quella "sorpresa" che, lo so al 100%, farà impazzire di gioia mia moglie/mio marito/mio figlio/a, visitare quella città meravigliosa che tanto sognavamo, regalare un abbraccio ai miei genitori prima di pentirmi di non averlo fatto, risentire quell'amico che non rivedo da tempo.

Mettendo da parte le trite convenzioni festive, logore e un po' stressanti, posso dire che comunque l'atmosfera del 31 dicembre di ogni anno vibra di quella potenza, con tutti i debiti parallelismi del caso, che coinvolgevano le popolazioni pre-cristiane: l'auspicio che il vigore del nuovo anno (il nuovo dio sole) possa portare a compimento i nostri sogni, trasmettendoci quelle forza e quella convinzione che conseguono al ripristino del ciclo della vita.
Speriamo sempre di saper resistere ai momenti di difficoltà, anche quelli più tremendi che ci travolgono, incuranti delle conseguenze come le devastazioni di un uragano, e di raggiungere quel picco, così transitorio e instabile, quell'unica vetta di felicità, ma nel corso dell'anno può apparirci come tanti momenti distanti fra loro, che ci regala la sensazione di felicità e appagamento, calore ed emozione, che poi si imprime dentro di noi e che cerchiamo di nuovo con la mente di rivivere, come un album fotografico che ci restituisce generosamente brandelli della nostra vita più cara.

Quindi, senza tema di risultare banali, Buon Anno e buon 2014 a tutti!

domenica 22 dicembre 2013

Ah, questa ruota...

L'impatto dell'"internet of things" (l'internet delle cose) raccontato da Marco Annunziata, l'italianissimo economista in forza lla Generl Electric.

mercoledì 18 dicembre 2013

Non mi esce dalla testa (20)

Nacere nei '50, assistere ai favolosi '60, la maturazione nei densi '70...poi si dice ci siano state altre decadi ma io mi rifiuto di crederci.

giovedì 5 dicembre 2013

Mandela addio

Se n'è andato un gigante della storia del secolo scorso. Aveva 95 anni. Un'icona della lotta all'apartheid in Sud Africa, padre di una nazione rifondata e rinata, un faro nella tempesta schiumosa del colonialismo europeo in Africa.
È stato scritto tanto su di lui, è stato celebrato, era già nella Storia, da domani entrerà in quel tragitto luminoso verso le stelle che lo tramuterà definitivamente in un simbolo che travalicherà le epoche.
Addio Madiba.










venerdì 22 novembre 2013

Non mi esce dalla testa (19)

Ero già piccolo e gli echi della disco rimbalzavano per le strade, dalle radio alle tv. C'era il blues, c'era il soul e tante meravigliose chicche, alcune delle quali sono diventate qualcos'altro, un incontro familiare di quando in quando che ci riattacca il sorriso perchè ad esso sono spesso legati ricordi che rivivamo con un fremito commosso.


martedì 29 ottobre 2013

Giorni di un Futuro Passato...non me lo rovinate!

Oggi è uscito il primo trailer di X-Men - Days of Future Past che prende palese ispirazione dall'omonima saga di Claremont e Byrne, che ha proiettato gli X-Men (tecnicamente i "nuovi" X-Men, quelli creati da Len Wein non quelli di Lee&Kirby) in cima alle classifiche di vendita agli inizi degli '80 del secolo scorso.
In questo ultimo episodio torna la squadra principale del ciclo cinematografico, Bryan Singer in regia e quasi tutto il cast del primo X-Men qui intersecatosi con quelli di First Class del 2010.
Ora gli elementi per un superfilmone ci sono tutti (e i nuovi inserti non dovrebbero scompaginare più di tanto la trama originale) MA PROPRIO PER QUESTO BASTA UN NIENTE PER ROVINARE TUTTO!!!


L'hype a un milione ed il fandome in delirio sacrifica l'intero X-Force targato Liefeld del 1991 (tutto fa brodo!).

Lou Reed

Sembrava nascosto, intramontabile poeta oscuro, il lato dolente, buio e maledetto del rock, un artista che come molti del suo genere ha ispirato migliaia e tra questi alcuni grandissimi.
Ai più, me compreso, è associato per quel pugno di canzoni che sono stati sufficienti a renderlo un'icona immortale, note senza tempo e parole che ti colpiscono al cuore, con quel tono lieve che può essere ironico e triste allo stesso tempo. Ambiguo, che era il suo marchio di fabbrica.
Non è un addio, poeti come Lou Reed non se ne vanno mai per sempre.







mercoledì 23 ottobre 2013

Libertà è un Apostrophe tra le parole "Joe" e "Garage"

Qualche giorno fa subivo con il consueto malessere di chi, suo malgrado, conosce a memoria le strofe di una canzone che odia, l'ennesima replica di quella che un tempo era il simpatico simulacro di una pantera rosa che con il suo caratteristico sorrisetto beffardo mette nel sacco Clouseau mentre si diffonde l'arcinoto tema di Henry Mancini. Era (rullo di tamburi) la Pantera Rosa, nella versione relodead su un canale a caso del pacchetto Sky, canale 600 e qualcosa.
Dopo essere uscito sconfitto dalla disputa sul telecomando con mio figlio di cinque anni, ho ripensato per un attimo ad uno spezzone del cartone. In esso la nostra eroina color gazzettadellosport veniva risucchiata in una versione distopica del nostro/suo mondo; qui il bassottino (ma probabilmente sbaglio razza) della nemesi della Pantera (ribattezzato da mio figlio l'Uomo coi Baffi) era assurto a ruolo di superdittatore dopo aver misteriosamente sviluppato dei poteri mentali (certificati da una evidente macrocefalìa) che gli consentiva di controllare a distanza l'intera popolazione di una anonima metropoli, emettendo onde cerebrali di un verde smeraldo e condizionando in ogni istante del quotidiano la cittadinanza attraverso schermi e monitor piazzati un po' ovunque e dai quali abbaiava quello che suppongo fosse un discorso propagandistico e dalla forte carica oppressiva (anche se non si capisce a che scopo, non era sufficiente il controllo mentale? Mah!). Il mondo era grigio e solo la nostra mica Pantera che, piombata in questo monòcromo universo sembrava aver il potere di riportare i colori, poteva rompere la crudele schiavitù.
Conoscendo già il risvolto finale di questa centesima riproposizione, i miei pensieri si sono attardati a riflettere se oggi, nel mondo occidentale e all'apparenza diffusamente democratico, una dittatura di questo genere attecchirebbe mai o se fosse uno scenario esclusivamente, diciamo così, fantasioso.
Fascismi e guerre dovrebbero averci vaccinato per secoli, la letteratura e la culturale popolare, dall'arte alla fiction, hanno ragionato per decenni su questi argomenti (io che vivo di luoghi comuni penso innazitutto a Guernica di Picasso, Metropolis di Lang, 1984 di Orwell e V for Vendetta di Alan Moore per dire i primi che mi vengono in mente).
È chiaro che un dittatore da operetta non verrebbe neanche preso sul serio, e in effetti le vie attraverso le quali fascismi e dittature travestite da democrazie potrebbero renderci falsamente convinti delle nostre libertà sono diventate subdole e sottili e non è detto che si sia sempre capaci di discernerle.
Ci sono numerosi paladini della libertà di parola, di espressione e di associazione che vigilano affinchè tutto questo non accada mai ma mi piace pensare come anni addietro, non molti per la verità, un insospettabile paladino dellea libertà tout-court fosse diventato il maestro Frank Zappa. Non certo perché non fosse nelle sue corde, anzi fin dalle sue prime produzioni pose al centro la libertà creativa dell'Artista e dellUomo, quanto l'abilità che dimostrò nel  mettere sotto scacco i cosiddetti benpensati, i politicanti, i predicatori, i fanatici e non ultimi i giornalisti destroidi. E tutto questo mentre continuava a produrre massivamente musica di qualità e riconosciuti capolavori
Il 4 dicembre 2013 si ricorderanno vent'anni dalla sua scomparsa.







martedì 8 ottobre 2013

Senza titolo

Saturare i secondi di silenzio
Pensieri eccheggiano sulle ombre
Nuvole moltiplicatrici di domande
Percezioni invase da verde, blu e giallo

domenica 6 ottobre 2013

Non mi esce dalla testa (18)

Pezzo minore della rock band, già usata nell'adattamento cinemaografico del racconto di Stephen King "Maximum Overdrive" (Brivido, in Italia) e girata dall'autore stesso.



mercoledì 25 settembre 2013

E alla fine non rimase più nessuno

Spronato dall'ascolto della puntata di Wikiradio dedicata al capolavoro di Agatha Christie, mi sono precipitato a recuperare Dieci Piccoli Indiani (Ten Little Niggers in originale poi ristampato con il suo titolo più famoso And Then There Were None).
 


La lettura è piacevole e scorrevole, per nulla appesantita dalla vetustà del testo che viaggia ormai verso gli ottant'anni e questo si deve ad una trama che tiene incollati alla pagina mantenendo una suspance crescente e che avvinghia nella tensione creata dal rompicapo sull'identità dell'assassinio, la quale si riflette sui personaggi sempre più paranoici e sospettosi gli uni verso gli altri, fino allo svelamento finale (aiuta anche una traduzione moderna e asciutta). 

Il romanzo, che è un caposaldo del genere giallo/thriller, proprio per questo suona familiare già dal suo incipit (dieci personaggi slegati gli uni dagli altri si ritrovano con vari espedienti ospiti su un'isola dalla quale non possono fuggire) mentre l'autrice apparecchia per il lettore affamato di misteri la sfida a capire chi ci sia dietro il complicato meccanismo che produce lo svolgersi degli omicidi nonchè il reale movente degli stessi (apparentemente si vuole "solo" punire degli atti criminali che sono sfuggiti alla legge ordinaria). 

La Christie fin da subito si era convinta di tradurre il testo in uno spettacolo teatrale e ce la fece, tra mille ostacoli, perchè era chiara la difficoltà di mettere in scena una trama nella quale gli omicidi erano in qualche modo anticipati dalla filastrocca che dà ragione del titolo originale (si rischiava di cadere nel ridicolo) fino alla risoluzione finale nei confronti degli spettatori quando sul palcoscenico al termine non rimane più nessuno (letteralmente). Il suo essere un divenuto classico poco dopo la sua pubblicazione, per la perfezione tecnica con la quale l'autrice ha composto quello che a tutti gli effetti è divenuto uno stereotipo, nel senso buono, del giallo, il picco più alto del delitto della camera chiusa, ha fatto sì che divenisse il libro più fortunato della scrittrice inglese e fioccassero presto le trasposizioni cinematrografiche (tre quelle che direttamente si rifanno al libro, numerose quelle ispirate da esso) e gli innumerevoli omaggi e riferimenti nel mainstream.

   

Mi è sempre rimasto impresso l'episodio di Lamù nel quale il protagonista Ataru Moroboshi è vittima di un innocente complotto dei suoi amici che fingendo di trovarsi bloccati in un'isola per trascorrere qualche giorno di vacanza cadono vittime di un misterioso assassino che si ispira ad una canzoncina da carillon, fino alla comica conclusione.








Visto da piccolo l'episodio suscitò in me un misto tra un iniziale disagio fino ad un sincero terrore ma anche un inspiegabile fascinazione per una trama così particolarmente congegnata e "strana" per una commedia come Urusei Yatsura. Il titolo (italiano) dell'episodio era ovviamente "E poi non rimase più nessuno".

Non mi esce dalla testa (17)

Una melodia che ti prende, tanto ritmo e un fischiettìo che ti si stampa nel cervello!






mercoledì 18 settembre 2013

mercoledì 4 settembre 2013

Imu, fatta la festa gabbato il santo...

Imu: pagheremo ancora di più - Stefano Feltri - Il Fatto Quotidiano

È abbastanza sconfortante constatare come un governo messo in piedi da un Presidente della Repubblica uscente e rientrato dalla finestra, alla soglia dei novanta anni, dopo un mese passato tra consultazioni e presunti saggi, che doveva ristabilire la quasi incolmabile distanza tra elettori ed istituzioni e che si è formato straordinariamente, in una alleanza innaturale (!) tra PD e PDL per varare quelle riforme minime giusto per tornare a votare, continui nell'esercizio della melina, guardando di continuo l'orologio aspettando che il tempo (?) guarisca le profonde ferite di questo paese.
Chi ci guadagna? Uno lo conosciamo bene, più una moltitudine di privilegiati in perenne festeggiamento al suono dell'orchestrina del Titanic mostrata lo scorso lunedì nella nuova stagione di Presa Diretta di Riccardo Iacona.

martedì 6 agosto 2013

Non mi esce dalla testa (16)

Oggi soffro il caldo, mi serve qualcosa che mi ricordi anni dove l'estate non era un nemico quanto la noia.


venerdì 26 luglio 2013

Ma la Costituzione italiana di chi è?

Come ogni maggioranza posticcia e malandata, criminale e paracula, l'estate è il periodo in cui il Parlamento dei farabutti tenta di piazzare un suppostone agli italiani.
L'ultima chicca è la riforma dell'art.138, quello che regola l'iter di revisione della Costituzione stessa e che i padri costituenti avevano pensato di elaborarein modo che ogni modifica della Carta ricevesse il più ampio e condiviso consenso e non fosse fattibile da ogni maggiornaza parlamentare, magari di comodo.
Per questo occorre sottoscrivere la petizione promossa da Il Fatto Quotidiano!

martedì 23 luglio 2013

Non farne più a meno

Distributori automatici. Cosa vi fa venire in mente? Bottiglie d'acqua da mezzo litro, snack di ogni genere e contenuto calorico, merendine per uno sfizio improvviso, oppure scatole e scatoline per ogni tipo di vizio e...sfizio.
Oppure cartate di würstel aromatizzati, salami speziati, svizzere sotto vuoto, confezioni di insalata di patate e ogni buon di dio che si trova in terra tirolese, come quello che avevo appena sotto casa nella macelleria accanto, che ammicava ai suoi clienti anche in orario di chiusura con questa invitante macchinetta! E spesso si formava una piccola coda!


martedì 16 luglio 2013

Per un po' me ne sto in paradiso

In questi giorni trascorro come ogni anno le mie vacanze estive in Trentino Alto Adige.
Quest'anno le passiamo in Val Pusteria o Hochpustertal, per rispetto alle popolazioni locali, e anche se il portafogli soffre ogni anno di più di una cura dimagrante forzata come un atleta che si deve rimettere in forma in vista di un appuntamento importante (e il recupero è ogni anno più difficile), ringrazio il cielo per averci fatto il dono di questi scorci meravigliosi e di questi angoli di paradiso!
Qualche testimonianza del mio soggiorno in rigorosa low-res con il mio smartphone.

Scorci del lago di Braies (Pragser)







 questa qualcuno la riconoscerà...


un'istantanea della festa dei Vigili del Fuoco volontari a Valdaora di Sopra (Oberolang Freiwillige Feuerwehrk Sommerfest):



Vista delle Dolomiti di Sesto (Sexten) con vista sulla Punta dei Tre Scarperi (Dreischusterpitze) e della Croda Rossa (Rotwand) divise dalla Val Fiscalina (Fischeintal).





lunedì 24 giugno 2013

venerdì 21 giugno 2013

Man of Steel, la colonna sonora

Man of Steel, the original Soundtrack!




Man of Steel (L'Uomo d'Acciaio) è una figata pazzesca! (Applausi...)







L'ho atteso da anni, inizialmente preoccupato di quanto poco si sapesse del cast, delle location, dei nomi coinvolti. Internet ti pensa oggi a pensare che se non se ne parla abbastanza o non c'è una campagna virale in corso non valga la pena far salire l'hype. Invece come un treno in corsa sul rettilineo di una stazione di passaggio, il suono si faceva sempre più intenso, i dettagli cominciavano ad emergere fino a sfrecciare davanti a noi possente e maestoso.
Ho visto di tutto nei giorni precedenti, le prime interviste promozionali, il dietro le quinte, le featurette fino alla world premiere americana e attendevo con ansia lo sbarco a Taormina sabato 15 giugno (ovviamente passato mooolto in silenzio sulla stampa e sui media italiani).
Finalmente l'ho visto, 2 ore e 23 minuti di emozioni, immagini spettacolari, perfetto mix fra mitologia, iconografia, rilettura moderna di un fenomeno pop che giunge da lontano e che nel 2013 compie 75 anni.
A 7 anni da Superman Returns sul quale le molte speranze di un nuovo franchise si sono infrante (anche se all'epoca il film non mi dispiacque...), Zach Snyder rinverdisce il mito di Superman con un film solido, rifondante e adatto tanto ai fan duri e puri (bè, quasi, vedasi più in basso) che  ai cosiddetti neofiti e a chi semplicemente voleva un intrattenimento di ottima fattura.
La sinossi del film in breve é: esistono altri mondi ed altre forme di vita intelligenti oltre la Terra, una di queste era il pianetà Krypton che a causa della poca lungimiranza della sua casta governatrice è finito per distruggersi ma il suo uomo più illuminato, Jor-El, e sua moglie Lara credendo nella speranza di un domani per i kryptoniani salvano il piccolo Kal, primo nato naturale, da morte certa spedendolo verso il nostro pianeta a bordo di una navicella. Il piccolo, non programmato geneticamente e perciò dotato di libero arbitrio, riesce a salvarsi anche dalle grinfie del generale Zod, che dopo un fallito colpo di stato è stato confinato nella prigione della Zona Fantasma.
Kal viene crescito da un coppia di fattori del Kansas, consapevoli della sua origine, di quello che potrebbe rappresentare per il genere umano, della sua sempre più evidente diversità, con tutto l'amore e la comprensione  possibili di una coppia che ha accolto quel bimbo alieno come una benedizione (non avendo figli). La sua diversità, dovuta al giovane sole del nostro sistema solare e alle sue origine kryptoniane, lo rendono una sorta di semidio isolandolo però dal resto del mondo, prima paralizzato dai suoi poteri poi consapevole dell'occasione che potrebbe avere mettendosi a disposizione altrui.
Crescendo Kal si mette alla ricerca delle proprie origini, delle risposte di cui ha bisogno per capire quale sarà il suo ruolo, se di salvatore o di  invasore della razza umana. La caparbietà della reporter Lois lane prima, alla ricerca dei fili che riconducono alle leggende metropolitane su un "angelo custode" in giro per l'America e la comparsa inaspettata di Zod e i suoi accoliti lo conduranno bruscamente a fare le sue scelte.

PER EVITARE CASINI SOTTOLINEO CHE C'È PERICOLO DI SPOILER, SPOILER, SPOILER!

Bene, posso andare avanti.
Partiamo subito con la scena incriminata che ha fatto storcere il naso a molti spettatori americani, dividendo la platea nelle due fazioni dei puristi e dei possibilisti. Kal-El (l'appellativo Superman viene pronunciato sostanzialmente una volta sola, quasi sorvolandoci) nell'atto estremo di salvare una famiglia sotto il fuoco di Zod, che minacciava di sterminare l'intero pianeta, in un sussulto di rabbia e disperazione, spezza il collo al nemico. Indignazione! Costernazione! Superman è buono, Superman non  uccide! E così via...Ora, può piacere o non piacere ma quando si fa una trasposizione si crea sempre qualcosa di nuovo e possibilmente di migliore. Se è vero che in linea di massima Superman non uccide, in qualche rara occasione è stato costretto a farlo, e questo è uno degli espedienti che John Byrne mise sul piatto nel rilancio dell'Azzurrone tra il 1986 e il 1988, periodo della mini serie Man of Steel, alla quale si deve buona parte delle nuove idee dell'era moderna di Superman (qualcuno direbbe post-Crisis) e a cui si sono ispirati per gran parte gli autori del film.
Francamente non mi è sembrata questa grande violatura al personaggio, vuoi per quello scritto sopra, vuoi perché, pur apparendo un po' forzata (lo screentime era agli sgoccioli), la scena risulta forte abbastanza per empatizzare con la scelta di Kal-El e la sua successiva disperata presa di coscienza delle conseguenze del suo gesto: aver tolto una vita, pure nel mezzo di una guerra vera e propria, ed essere rimasto a tutti gli effetti the last son of krypton. Inoltre un eventuale sequel potrebbe focalizzare l'attenzione sull'interiorizzazione del gesto e la maturazione dell'eroe.

Tornando al film nel suo complesso ho trovato molto intelligente la scelta dei flashback che accompagnano Clark/Kal nel suo pellegrinaggio alla ricerca di se stesso e durante la sua rapida assunzione di consapevolezza del suo retaggio che non spezzano la narrazione ma la integrano, non appesantendo l'ennesima descrizione delle origini di Superman, ma facendo comprendere anche al profano di fumetti come si è formato quello spessore morale che lo contraddistinguono (e di converso rendendo più doloramente comprensibili certe scelte).
È da sottolineare poi il fatto che l'intera evoluzione di Clark/Kal è si fonda sulla maturazione del rapporto tra un figlio e suo padre adottivo che gli insegna a pensare, a riflettere prima di agire, fornendo un'impronta morale alle sue azioni e alle responsabilità da assumersi in conseguenza delle proprie azioni, e suo padre biologico poi, che ne svela il retaggio, rendendo più chi nitido chi esso sia e gli fornisce così uno scopo, una missione.

 Lo score: chi ha più di 30 anni, ma forse anche meno, conosce il tema di Superman di John Williams (eccolo qui) e ripensarlo non era una cosa semplice. La cosa non ha creato problemi per Hans Zimmerman, che ormai navigato compositore per il cinema e affiatato partner di Nolan, da vità ad una nuova epica per l'Uomo d'Acciaio (riproposta in varie parti del film e attacata ai titoli di coda rimane in testa per un bel po'). Non so se scalzerà quella di Williams ma se le cose vanno per il verso giusto non sarà l'ultima volta che l'ascolteremo.





Il cast: azzeccato.
Henry Cavill, primo non americano ad interpretare Superman, ha sia il fisico che l'aurea dell'Ultimo Figlio di Krypton, la sua recitazione non è piatta nè monocorde e questo fa la differenza quando devi interpretare il Primo Supereroe nonchè il salvatore che deve ispirare il genere umano.
Amy Adams, una Lois Lane finalmente moderna e non posticcia; non che Margot Kidder o Teri Hatcher fossero da buttare, tutt'altro, ma mentre la prima, mai amata dai fans, ricalcava un clichè fumettistico un po' datato e stucchevole la seconda si faceva apprezzare per la leggerezza e l'ironia del suo personaggio. QUesta Lois Lane è una giornalista e donna moderna, sicura di sè stessa, ma ecco, non è nè uno stereotipo nè una macchietta.
Russell Crowe, un convincente Jor-El, autorevole, saggio, rassicurante.
Michael Shannon, uno Zod inquietante e villain all'altezza per determinare il corso del film dall'inizio alla fine.
Kevin Costner e Diane Lane, rendonocredibili le due figure chiave nella vita di Clark (anche se sull'altra scena si può dibattere molto...ma anch'essa fa parte della mitologia di Supes).
Menzione d'nore per Antje Traue, la sua Faora-UI è già un'icona di crudeltà e bellezza del cinema.

Cose che ho apprezzato di più:
1 - il mondo di Krypton, non solo a livello visivo ma anche l'efficace descrizione del modello sociale e della cultura kryptoniana
2 - le scene di lotta, ben coreografate e sorprendentemente non confusionarie, nonostante tutto
3 - il ritmo della narrazione, costante, della giusta intensità e del giusto passo
4 - le musiche, l'atmosfera che creano
5 - il design del costume e della S di Superman
6 - l'assenza di strizzate d'occhio alla base di fan più incalliti, il film è giustamente godibile da tutti senza per forza conoscere la storia di 75 anni di fumetto (ma gli easter eggs non mancano, ovviamente...e neanche le teorie più bizzarre!)

Cose che ho apprezzato un po' di meno...
1 - il bacio tra Kal e Lois, un po' troppo telefonato e forse affrettato, non doveva essere per forza un tributo da pagare
2 - i riferimenti cristologici: ci stanno in Superman, per chi conosce il fumetto eccetera ma forse sono stati resi un po' troppo palesi...
3 - i militari e gli scienziati americani che riescono a capire in pochi minuti quello che combinano i kryptoniani...con tanto di grafica 3D! E la navicella attivata con una rotazione di 1/5 di giro!
4 - i militari che cedono con quattro chiacchierate alla richiesta di Kal di non indagare su di lui...mi sembra un po' troppo inverosimile ma non è detto che le cose debbano andare così anche nei successivi film (se ce ne saranno)
5 - il doppiaggio, che è professionale (oddìo, quando parla Zod mi compare la faccia di Buddy Valastro, Faora non ha proprio una voce all'altezza e Pino Insegno, anche se dice quattro battute in croce non lo sopporto...) ma dopo mesi ad ascoltare le voci originali...
6 - la sceneggiatura di Goyer al solito è ricca di buchi e soluzioni di comodo che possono far storcere il naso a molti

Insomma, un film da vedere sicuramente e che speriamo dia vita ad un nuovo franchise della S più famosa al mondo!



Un'ultima considerazione. Per la maggior parte dei critici sarà un giocattolone e basta (non ha l'appeal di un Batman), in realtà si percepisce al di là dei difetti più o meno evidenti, l'amore per il personaggio ed in generale per l'universo di Superman, per quel fascino che si è trasmesso da quella figura fortemente simbolica che ha rappresentato nel XX secolo e che si è prestata a tente interpretazioni.
L'interpretazione di Goyer e Snyder in Man of Steel trasuda rispetto per Superman e per i lettori in primis dal primo all'ultimo fotogramma.

giovedì 13 giugno 2013

Fin qui tutto bene

Sono passati quasi 50 giorni dalla fine dell'isteria post elezioni che ha portato quindi alla nascita del governo Letta. Gli italiani hanno assistito con sbigottimento condito da irritazione alle pantomime recitate dai partiti che sono emerse gloriosamente soddisfatti nel celebrare il trionfo della malapolitica nei confronti del neonato Movimento 5 Stelle. Il quale ha gestito malamente la botta conseguente alla Große Koalition italiota tra PD e PdL, passando dal dipingersi come l'onda arrabbiata degli onesti, della gente comune che entra nelle stanze del potere al movimento che dice solo no (questa è la chiave di lettura che i media tradizionali traducono per il cittadino "tipo", che si informa poco e con stretto o strettissimo ventaglio di scelta tra tv e giornali), dei dilettanti che parlano solo di scontrini e soprattutto di pupazzi nelle mani di un ex comico (che caccia chi leva una critica, anche piccola, anche circostanziale).
Probabilmente le cose non stanno così, e non passa la giusta lettura di questo stato di cose ma è sintomatico della situazione italiana la rapidità con la quale si travisano certi fatti e si fornisce un quadro altro della realtà.

La vittoria schiacciante dei candidati del PD alle amministrative, molto limitate a poche realtà locali in questa tornata e che hanno regalato come spunto più interessante l'elezione del nuovo sindaco di Roma, è stata al solito malamente travisata come un sì del popolo italiano al governo quando c'è stata un astensione record superiore al 40%, con punte fino al 50%, che non ha votato tutto il popolo italiano e che paradossalmente premia il partito che pur vincendo formalmente alle ultime politiche ha raggiunto il minimo storico a livello nazionale e che è ostaggio a tutti gli effetti di Berlusconi. Che dopo aver fagocitato i suoi ex alleati di AN ha relegato la Lega Nord a partito meno che locale (escludendo la regione Lombardia dove però Maroni era il candidato di tutto lo schieramneto di destra).
Tutto questo senza dimenticare che Napolitano è di nuovo (di nuovo!) Presidente della Repubblica (temiamo tutti che non arrivi alla fine del mandato...ma anche che ci arrivi), che abbiamo perso tempo fra saggi e controsaggi, che ci troviamo comunque con un governo a termine che sembra attualmente occupato a far passare quelle 2-3 promesse elettorali del PdL che nuoceranno al paese ma farà gridare a B. vittoria nonchè impegnato a far evitare a quest'ultimo processi e ineleggibilità.

Nel frattempo l'Italia della scuola, della ricerca, dell'impresa, della cultura è ancora in stand by, con il fondato timore che le batterie siano prossime ad esaurirs, come la pazienza degli italiani, popolo senza alternative e con una classe dirigente viziata, incapace e meschina.
Torneremo a vincere? L'Italia avrà la sua rinascita? E sarà per puro caso (ma gli avvoltoi saranno comunque pronti ad attribuirsi ogni merito della serie "io c'ero",) o da un'alchimia di persone, luoghi e tempi sorgerà di nuovo l'orgoglio che avevamo un tempo?
Speriamo di non rimanere nel frattempo solo noi topi a lasciare la nave quando è già affondata

sabato 8 giugno 2013

Non mi esce dalla testa (14)

1991, musicassetta da 90, lato A l'apice commerciale della banda che ha definito il metal americano, Metallica dei Metallica (o l'album nero, come qualcuno vuole ricordare), lato B la pietra miliare d'esordio della band che ha trasfmorato l'hard rock in hair rock con il profluvio di emuli, affini e copie...Van Halen!


Poi c'è l'assolo di Eddie Van Halen, per molto tempo votato come il migliore di tutti i tempi...



lunedì 3 giugno 2013

giovedì 30 maggio 2013

Fregola...e tanta!

Man of Steel sta planando...incrociamo le dita, perché voglio tutto l'universo DC al cinema, non solo Batman!


lunedì 20 maggio 2013

Una Tempesta di Spade...che parlano italiano!

Tardi come al solito mi accorgo che è italiano il curatore di tutto ciò che concerne armature e affini ne Il Trono di Spade, da parte del supervisore Giampaolo Grassi, che ha anche una bella pagina su Flickr (e dove qualche volto noto si riconosce in surreali immagini di prove costume!).


mercoledì 15 maggio 2013

La Marverl torna in Tv

In effetti sono lontani i fasti de L'Incredibile Hulk, serie ormai leggendaria di più di trent'anni fa, dove la Marvel "prestava" uno dei suoi pezzi da novanta al piccolo schermo e che fu un grande successo grazie all'intensità di Bill Bixby e alla fisicità di Lou Ferrigno (e il celebre tema finale The Lonely Man, con il quale si chiudeva ogni episodio!)



Oggi la Marvel è un colosso dell'enterteinment e i fumetti sono solo la punta dell'iceberg, i colpi messi a segno al cinema si traducono oggi nell'avvio della nuova serie tv S.H.I.E.L.D., che verrà trasmessa dall'ammiraglia ABC questo autonno (rete in chiaro della Disney, impero multimediale oggi proprietaria della Marvel).
La serie è incentrata sula agenzia spionistica dell'universo a fumetti  omonima, che nei fumetti come al cinema, è il collante principale delle varie testate e comprimaria, quando non protagnista assoluta, di molte vicende dei supereroi della Casa delle Idee. Sarà curioso vedere come il mondo di carta si tradurrà sullo schermo, se ci sarà più coerenza con i film legati agli Avengers o se saprà creare un mondo più allargato con elementi più spionistici che fantastici. Vedremo qualche importante guest star? In mancanza di Nick Fury (Samuel L.Jackson), che dello S.H.I.E.L.D. sarebbe il capo  e di Maria Hill, il suo braccio destro (Cobie Smulders di How Met Your Mother), il link è rappresentao dall'agene Coulson (Clark Clegg), presente fin dal primo Iron Man del 2008, che però sarebbe anche un po' morto in The Avengers...chissà con quale espediente lo resuscitano (per altro, evento abbastanza comune in casa Marvel).



Oh, dimenticavo. Lo showrunner, cioè quello che dirige la baracca per intenderci, è il deus ex machina degli Avengers, Joss Whedon, (quello di Buffy, per intenderci, di Firefly, che non ho visto ma tutti ripiangono e anche di Dollhouse di dice un gran bene) e questo a garanzia che il prodotto sarà quantomeno godibile e coerente!

sabato 11 maggio 2013

lunedì 6 maggio 2013

Non mi esce dalla testa (13)

Il tempo rende tutti uguali e non aspetta nessuno...



La fine delle certezze

Sarà che da piccoli si faceva una vita scandita da semplici routine ma ci sembrava comunque costellata di piccole certezze: la strada verso la scuola fatta con i compagni di classe della stessa via in cui si abitava che si affacciavano più  meno alla stessa ora sulla strada con la stessa espressione assonnata, l'oratorio al pomeriggio dove ci si ritrovava per la consueta "amichevole" di calcetto, la spiaggia bianca di sassi frequentata dala tua famiglia che non sopportava la sabbia, l'inevitabile messa domenicale. E poi c'erano i pilastri in tv: la striscia di cartoni animati, prima sulla Rai, poi sui primi canali privati, lo show del sabato sera, che un tempo si chiamava Fantastico, e quella della domenica, la Domenica In di Rai Uno e i gol della giornata con 90° Minuto e poi i volti, Pippo Baudo, Mike Buongiorno, Paolo Valenti, Heather Parisi e Lorella Cuccarini. Poi arrivavano i mezzo busti familiari dei TG, preceduti dalle altrettanto di casa "signorine Buonasera". Il papa era il volto rassicurante di quell'energico e simpatico prete polacco. Infine una sagoma, spesso di scuro vestita, un po' grottesca e a tratti inquietante di un signore che doveva essere molto ma molto importante, comunque un presidente di qualchecosa, un pezzo grosso anche se a prima vista nessuno l'avrebbe detto.
Quel signore era Giulio Andreotti, il "divo" Giulio, l'incarnazione della (oggi si direbbe Prima) Repubblica italiana, nel bene ma soprattutto nel male perché rappresentava il Potere, quello che si nutre di politichese e funambolismi trasformisti per tutto cambiare affinchè tutto rimanga come prima, il potere che gestisce l'esistente per lasciare le cose eternamente come stanno.
A casa mia, ma probabilmente a casa di molti altri italiani, Andreotti identificava quella politica dalla quale l'uomo della strada non si sentiva rappresentato ma che continuava a votare perché lo status quo era mille volte meglio dell peso di dover fare una scelta e assumersi la responsabilità di un cambiamento, che amava disprezzare ma che gli garantiva comunque uno stile di vita da occidentale moderno, con quei valori stantii e già triti dell'antifascismo+anticomunismo della politica italiana matrona protettrice, nutrice e devota al Vaticano. Era anche quel potere da criticare sì alla luce del sole ma ambiguo su punti nodali della storia italiana del secondo dopoguerra, dalla fondazione della repubblica alla strategia della tensione, ai rapporti con Cosa Nostra.
Oggi è morto a 94 anni, qualcuno lo piange, altri lo rimpiangono, qualcuno ricorderà chi è stato, quello che ha rappresentato e magari un giorno sapremo dire con chiarezza e obiettitivà chi era veramente Giulio Andreotti.

domenica 28 aprile 2013

Non mi esce dalla testa (12)

Arrivo sempre tardi...a dispetto del titolo e del tono leggero del video, è una canzone struggente e commovente di John Grant.


giovedì 25 aprile 2013

Il Tomo di Spade (tascabile)

Catturato dalle immagini epiche della omonima serie targata HBO, dalla moltitudine di personaggi sparsi per i Sette Regni nonché dalla sceneggiatura stratificata e ricca di colpi di scena, ho deciso di recuperare i libri per rovinarmi bene bene la vita da qui a non so quando.
Messo in guardia da voci maligne riguardanti traduzioni fuorvianti e sciatte, ho scelto di acquistare i libri in lingua originale (ed.Bantam Dell) e in edizione mooolto economica, quanto meno i primi quattro (per il quinto si vedrà e sarà probabile nel frattempo la pubblicazione dei restanti due che dovrebbero completare il ciclo ufficiale de A Song of Fire and Ice) della saga delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco.




Un fantasy poco "fiabesco" (no regni fatati, unicorni, gnomi e via dicendo) ma dove non è assente una componente mistico-magica che viene rivelata con le giuste dosi mentre domina un'atmosfera plumbea da Alto Medioevo, spadoni, crudeltà gratuite e innocenze violate ma nella quale si esalta la crescita e la maturazione attraverso la perdita e il sacrificio.

In media saranno 1000 pagine per volume...cheddire...piuttosto che un giorno mi piantino in asso con la serie, la curiosità di scoprirne le differenze con la versione cartecea, la brama di carpirne tutte le sfumature, le sotto-sottotrame e i millemila volti che la serie ha "dimenticato", accennato o sintetizzato!
Grandi aspettative, spero non rimangano deluse!

PS
Ehi, sono già a pagina 15!


lunedì 22 aprile 2013

Ri-eletto!

L'artritico panorama politico italiano ci regala un'altra bella perla da sfoggiare a eterno testimone del genio italico nell'arte di arrangiarsi (campare è la prima concausa di disonestà): il paese vuole il cambiamento, ulula alla casta di scomparire, si irrigidisce ogni qual volta un politico di professione, se così vogliamo chiamarli, piomba in picchiata come un predatore su una poltrona che conta? Allora si brucia ogni possibile candidato con un minimo di credibilità internazionale, allontaniamo i neo eversivi benché democraticamente e legittimamente eletti cittadini M5S e già che ci siamo bruciamo anche il loro candidato alla PdR (che sarebbe pure di sinistra...) e rivotiamo il caro e vecchio Napolitano, che tanto ci appoggia il PdL, facciamo un altro governo del Presidente per 9-12 mesi poi torniamo a rivotare (e nel frattempo la ggente s'è scordata lo scordabile umano!). Una soluzione ideale per questo paese per anziani, nel corpo e nella mente...

Ogg è un vecchietto anche lui, ma con tantissima energia in corpo, ma Alice Cooper lo voterei come presidente!


domenica 14 aprile 2013

Non mi esce dalla testa (11)

Vincent Damon Furnier è noto ai più con lo pseudonimo di Alice Cooper ovverosia "the grandfather of rock". È un pinto di riferimento per il glam rock degli inizi in America, influenzato dal blues e dalla Brit invasion e dalla tradizione musicale nera ma rielaborata con uno stile unico, molto teatrale e scenico che il buon Vincent sviluppa nel suo personale teatro degli orrori, divenuto il suo marchio di fabbrica.
Come molti rocker, quando non è intento a inneggiare a sesso, droga e, nel suo caso, a sangue e freak vari, Alice sa creare delle ballate struggenti e melodiose, come Hello, Hooray, brano del 1973.
Inserito nell'album Billion Dollar Babies, primo grande successo commerciale del cantante che calcava le scene già da qualche anno, la canzone esprime l'atmosfera che precede l'inizio di un concerto, con la gioia e l'eccitazione che sale per le le luci che si spengono e le urla del pubblico. È l'appagamento dell'artista che dopo tanti sacrifici finalmente canta la sua canzone e si sente forte e invincibile...God, i feel strong, so strong!




 

venerdì 5 aprile 2013

Flash Fact triste

Ci sono talenti onesti nel passato che hanno apposto il loro piccolo mattoncino per creare le fondamenta del mito, poi rutilanti fuochi d'artificio e novità di cartapesta tentano malamente di archiviare tutto con l'imbarazzo dei nipoti che nascondono il nonno rincoglionito (si è rallentato poverino, gli anni passano e non basta oliare soltanto un po', ma li ingranaggi ancora girano).
Poi passata l'indigestione delle finte rivoluzioni, del nulla sarà più come prima", ci si accorge che quegli artigiani, quei manovali dell'intrattenimento, hanno costruito qualcosa che è rimasto e non scompare, con cui si deve fare i conti perché ormai è materiale imprescindibile e lo si vede dall'amore che ci mettevano nelle fantasiose invenzioni di scrittura e di illustrazione e allora quel parente un po' decrepito, che ci appariva impolverato anche quando era u giovanottone perché distorto attraverso la lente del tempo proiettato in decadi lontane, ci manca tanto e vorremmo proprio averlo ringraziato di più.
Oggi diciamo addio a Carmine Infantino, creatore del Flash moderno, colui che ha oltrepassato il confine tra gli universi generando migliaia di storie e personaggi leggendari.


sabato 16 marzo 2013

Non mi esce dalla testa (10)

Non conoscevo nè i Mogwai, se non per sentito dire, nè la serie francese Les Revenants ma consiglio a tutti di recuperare tanti i primi che la seconda, uniti in un evocativo connubio musicale.


mercoledì 6 marzo 2013

Andarsene o restare?

L'ultimo intervento sul blog della trasmissione di Radio24, Giovani Talenti, condotta da Sergio Nava mi ha fatto riflette ancora una volta sulle mie scelte.
La vita è un bivio continuo e prendere una decisione non è mai affatto facile. Facile sembrerebbe sentirsi accerchiati, circondati, denudati e soli da mille e più predatori e approfittatori che non ci pensano due volte a prendere il possibile da te e a ridere sguaiatamente con crudele malizia sulle tue disgrazie.
Il paese diviso e allo sfascio, un clima da si salvi chi può, analfabeti al potere e salvatori della patria a parlare dei massimi sistemi in latinorum, allora pensi che forse c'è ancora uno spiraglio, che il resto del mondo ignora beatamente l'Italia e guarda al futuro con l'ottimismo e la lungimiranza di chi ha le carte in regola e ha puntato su scelte coerenti e di ampio respiro.
Per la prima volta, ricevo una proposta di lavoro all'estero, a quasi quarant'anni e con due figli forse è una occasione più unica che rara.
Il primo pensiero va a loro, alla mia famiglia e al futuro che vorrei assicurargli.
Oggi questo paese me lo consente?


giovedì 28 febbraio 2013

Guru dei fumetti

Scott McCloud, Deus Ex Machina degli aspiranti fumettari di tutto il mondo.
I suoi libri sono eccezionalmente chiari e piacevoli, portando ad esplorare il meraviglioso, infinito universo del fumetto.


giovedì 21 febbraio 2013

Io lo compro



Domani esce in edicola, allegato a Il Fatto Quotidiano, l'ultimo libro di Daniele Luttazzi.
Auto-ostracizzatosi anche dalla rete ormai da qualche anno, il comico romagnolo è l'ultima vittima del trittico (insieme a Biagi e Santoro) che nel 2001 fu oggetto dell'editto bulgaro di Berlusconi.
Francamente le polemiche di plagio hanno ormai fatto il loro tempo, Luttazzi benchè non ammettendolo mai chiaramente di aver "copiato" alcune battute da grandi standup americani (Hicks e Carlin in primis) non si è nemmeno mai nascosto dietro un dito e la qualità delle sue produzioni nonché la longevità (fino all'anno incriminato) della sua carriera (proseguita almeno nei teatri e sul web) parla da sè. Ultima apparizione: Raiperunanotte.
Siamo il paese del perdonismo ai furfanti, delle quarte e quinte possibilità, per certi personaggi poi sembra non arrivare mai l'oblio, sostenuti da soldi e tifoserie e tantaa, tanta servitù (ogni riferimento a Berlusconi è puramente casuale).
Ecco, se c'è qualcuno che non meritava questo oblìo era proprio Daniele Fabbri in arte Daniele Luttazzi. Che non ha mai preteso di piacere a chiunque, non ha mai cercato la battuta facile, l'ammiccamento, la tirata di gomito, non ha mai cavalcato argomenti "facili" (i suoi personaggi nel ciclo di Mai dire...rimangono fenomenali).
Domani esce il suo libro, Lolito, io lo compro, per curiosità, per solidarietà per sostenere l'idea che la sua carriera può ripartire e che merita di tornare in televisione.
Io lo compro, spero che molti altri faranno altrettanto.

Update del 22 febbraio:
Dalle mie parti mi dicono che è uscito già da un paio di giorni ed è introvabile...toccherà aspettare qualche giorno prima di averlo tra le mani!

lunedì 11 febbraio 2013

La copertura del Papa dimesso e le profezie del giorno dopo

Sconcerto. Stupore. Scossa. Sorpresa. Umano, troppo umano. Grande umiltà. Grandezza di Spirito. Grande coraggio. Grande gesto. Lo Spirito santo che tutto può. È la volontà di Dio.
Gli scandali. Vatileaks. Le cospirazioni. La pedofilia. Il passato nazista. Paolo VI. La teologia. La Chiesa. Gli scritti. Le opere. Le lectio. Ancora gli scandali. Ratisbona. Il mondo arabo. Il mondo ebraico. La questione della donna. Habemus papam. Nanni Moretti. Il papa nero. Il papa sudamericano. Il papa di transizione.
L'account su Twitter. Le battute. L'ironia. Le bestemmie. E il posto fisso. E il nuovo papa di ruolo preso da un sacerdote precario.
E via così andare sugli stessi binari che i media, tradizionali e non, percorreranno per stare sulla notizia fino al nuovo conclave, monopolio delle news troppo ghiotto per mollarlo. E il resto del mondo? E il mondo non cattolico? E il mondo non cristiano? E il mondo non credente? E la campagna elettorale? E a Berlusconi chi glielo dice?
Non ci rimane che metterci comodi e goderci questo calderone globale, perché alla fine quando ci ricapita più un papa dimissionario?

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domenica 3 febbraio 2013

Venghino, Siori, venghino!!

Propostascìoc di Silvio Berlusconi, lo zombie della politica italiana, l'Eterno Ritornante che ci ripresenta il set di pentole rilucidate della tassa sulla casa.
La volpe Silvio vuole comprarsi i voti degli italiani pagando con la restituzione dell'IMU, balzello mal digerito ma ahimè votato anche dal PDL che sosteneva il governo Monti insieme al PD...ma si sa, la coerenza non è il forte del Cavaliere che si ripropone come la peggiore delle peperonate.
Anche questa volta troverà qualcuno disposto a votarlo (i soliti elettori con l'alto senso dello stato...) che dimentichi o autoforzati a dimenticare i disastri della precedente gestione della cosa pubblica di Berlusconi e accoliti vari, si tapperanno occhi e bocca, lasciando indifesi quei pertugi ripetutamente violati dalle false promesse che riescono ancora ad avere quel suono affascinante da sirena ammaliatrice: le orecchie di chi vuol ascoltare...

Intanto di scempio in scempio, questo Paese a corto di rappresentanza assiste passiva a questa campagna elettorale anomala dove si profila un astensionismo record, un esercito di nuovi parassiti che azzannano o sognano di azzannare la poltrona, nella (nostra) speranza che un cataclisma di qualche tipo ingoi tutto e ci svegli salvandoci da questo incubo!