mercoledì 25 settembre 2013

E alla fine non rimase più nessuno

Spronato dall'ascolto della puntata di Wikiradio dedicata al capolavoro di Agatha Christie, mi sono precipitato a recuperare Dieci Piccoli Indiani (Ten Little Niggers in originale poi ristampato con il suo titolo più famoso And Then There Were None).
 


La lettura è piacevole e scorrevole, per nulla appesantita dalla vetustà del testo che viaggia ormai verso gli ottant'anni e questo si deve ad una trama che tiene incollati alla pagina mantenendo una suspance crescente e che avvinghia nella tensione creata dal rompicapo sull'identità dell'assassinio, la quale si riflette sui personaggi sempre più paranoici e sospettosi gli uni verso gli altri, fino allo svelamento finale (aiuta anche una traduzione moderna e asciutta). 

Il romanzo, che è un caposaldo del genere giallo/thriller, proprio per questo suona familiare già dal suo incipit (dieci personaggi slegati gli uni dagli altri si ritrovano con vari espedienti ospiti su un'isola dalla quale non possono fuggire) mentre l'autrice apparecchia per il lettore affamato di misteri la sfida a capire chi ci sia dietro il complicato meccanismo che produce lo svolgersi degli omicidi nonchè il reale movente degli stessi (apparentemente si vuole "solo" punire degli atti criminali che sono sfuggiti alla legge ordinaria). 

La Christie fin da subito si era convinta di tradurre il testo in uno spettacolo teatrale e ce la fece, tra mille ostacoli, perchè era chiara la difficoltà di mettere in scena una trama nella quale gli omicidi erano in qualche modo anticipati dalla filastrocca che dà ragione del titolo originale (si rischiava di cadere nel ridicolo) fino alla risoluzione finale nei confronti degli spettatori quando sul palcoscenico al termine non rimane più nessuno (letteralmente). Il suo essere un divenuto classico poco dopo la sua pubblicazione, per la perfezione tecnica con la quale l'autrice ha composto quello che a tutti gli effetti è divenuto uno stereotipo, nel senso buono, del giallo, il picco più alto del delitto della camera chiusa, ha fatto sì che divenisse il libro più fortunato della scrittrice inglese e fioccassero presto le trasposizioni cinematrografiche (tre quelle che direttamente si rifanno al libro, numerose quelle ispirate da esso) e gli innumerevoli omaggi e riferimenti nel mainstream.

   

Mi è sempre rimasto impresso l'episodio di Lamù nel quale il protagonista Ataru Moroboshi è vittima di un innocente complotto dei suoi amici che fingendo di trovarsi bloccati in un'isola per trascorrere qualche giorno di vacanza cadono vittime di un misterioso assassino che si ispira ad una canzoncina da carillon, fino alla comica conclusione.








Visto da piccolo l'episodio suscitò in me un misto tra un iniziale disagio fino ad un sincero terrore ma anche un inspiegabile fascinazione per una trama così particolarmente congegnata e "strana" per una commedia come Urusei Yatsura. Il titolo (italiano) dell'episodio era ovviamente "E poi non rimase più nessuno".

Non mi esce dalla testa (17)

Una melodia che ti prende, tanto ritmo e un fischiettìo che ti si stampa nel cervello!






mercoledì 18 settembre 2013

mercoledì 4 settembre 2013

Imu, fatta la festa gabbato il santo...

Imu: pagheremo ancora di più - Stefano Feltri - Il Fatto Quotidiano

È abbastanza sconfortante constatare come un governo messo in piedi da un Presidente della Repubblica uscente e rientrato dalla finestra, alla soglia dei novanta anni, dopo un mese passato tra consultazioni e presunti saggi, che doveva ristabilire la quasi incolmabile distanza tra elettori ed istituzioni e che si è formato straordinariamente, in una alleanza innaturale (!) tra PD e PDL per varare quelle riforme minime giusto per tornare a votare, continui nell'esercizio della melina, guardando di continuo l'orologio aspettando che il tempo (?) guarisca le profonde ferite di questo paese.
Chi ci guadagna? Uno lo conosciamo bene, più una moltitudine di privilegiati in perenne festeggiamento al suono dell'orchestrina del Titanic mostrata lo scorso lunedì nella nuova stagione di Presa Diretta di Riccardo Iacona.