venerdì 31 agosto 2012

Gesù era ricco e non sopportava i ricchioni (ma Formigoni sì)

Premesso che:
1 - sono eterosessuale, sposato con prole
2 - "ho smesso di credere in dio quando ho raggiunto l'età della ragione" (tanto per parafrasare il compianto Gerorge Carlin...)
3 - non credo che l'omosessualità sia una malattia o un aberrazione ma una forma di espressione della natura umana che rimane la stessa nella sua imperfezione
4 - l'Amore non esiste ma esistono persone che amano, odiano, desiderano, sperano...
5 - non esiste una "somma totale" di diritti da concedere e che diminuisce all'aumentare delle persone che le chiedono, esistono persone e i diritti si concedono a tutti o a nessuno, al netto dei comportamenti che li fanno decadere
6 - esistono credenti che guardandosi intorno si sono rese conto che sono passati 2000 anni dalla nascita di Gesù Cristo e poco meno di mille dall'ultima crociata
7 - tutto l'esistente è Natura, non quello che decidiamo lo sia
8 - gli omosessuali non si riproducono (ma è un falso problema per chi ha remore etiche se l'etica fosse un appendice della fede, l'essere umano ha oggi altre opzioni per procreare), se ci estingueremo è perchè chi può farlo non può o non vuole (anche questo è un diritto)
9 - la famiglia "tradizionale" ha già fallito da secoli nella sua impostazione patriarcale e gerarchizzata a immagine della piramide cattolica
10 - questa lista è già troppo lunga e barbosa

come si fa, no dico come si fa ancora oggi, ç@$$Ø no dico come si fa...insomm,a grazie a Saverio Tommasi (e a Simone Fini per la segnalazione). Enjoy it!


venerdì 17 agosto 2012

Vedo nero poi nero poi nero

La vicenda delle Pussy Riot in Russia e di Julian Assange in Inghilterra costituiscono un'interessante occasione di riflessione sullo stato del concetto di democrazia e lobertà, avvenuto in una casuale quanto provvidenziale contemporaneità.
Nel primo caso abbiamo una delle potenze politiche ed economiche del pianeta, a vent'anni di distanza dalla fine dell'ideologia comunista che ne ha forgiato la scorza politica e sociale nei precedenti settant'anni, basata mortiferamente all'intreccio malato tra l'opulenza dei nuovi ricchi e della borghesia post-KGB rappresentata da Putin e il suo entourage ed il fanatismo religioso revampato dalla fine del vecchio regime, soccombe alla necessità di dissenso e di critica di un gruppo di giovani punk rocker condannandole a due anni di carcere per averlo manifestato (...il rock picchia ancora duro quando avvista un regime da abbattere...).
Nel secondo caso abbiamo il campione degli hacker-geek che con la sua creatura Wikileaks ha causato più di un imbarazzo alle potenze occidentali, USA e UK in primis, ma non solo, che, agli arresti in Inghilterra con la scusa di un vecchio trascorso in Svezia, rischia molto di più se per via traverse dovesse cadere nelle grinfie americane ma che l'accolta richiesta di asilo da parte dell'Ecuador può salvare, a costo di una complicazione diplomatica internazionale.
Se a ciò aggiungiamo (direi ricordiamo) che in Medio Oriente non si respira una bella aria (qualcuno ha detto Siria? In Italia ci siamo accorti che in Siria si sta svolgendo una sanguinosissima guerra civile?) e che il principale alleato è quell'Arabia Saudita ricca di petrodollari ma arretrata culturalmente al nostro medioevo soprattutto per la condizione e i diritti delle donne (cose turche!!!) si può affermare che la democrazia sia solo un ammennicolo sventolato dei Paesi-di-quelli-che-se-la-tirano-con-la-retorica-sui-diritti-umani-ma-che-bisogna-rispettare-la-cultura-e-la-politica-locali-che-loro-c'hanno-l'energia-da-venderci per apparire lindi ed eroici difensori dei diritti degli oppressi agli occhi del proprio bacino elettorale ma che trovi scarsa applicazione nella pratica quotidiana politica e sociale, rimanendo una definizione di vocabolario (che ne sottolineà la chiara etimologia greca).
Poi magari si bombarda qualche governo legittimamente in carica (varrà anche per l'Iran questa definizione) se piscia fuori dal vaso...ma la democrazia non sta tanto bene neanche in casa nostra, visti gli ultimi episodi delle trattativa Stato-mafia e dell'Ilva di Taranto.


martedì 14 agosto 2012

Cosa resterà di queste Olimpiadi?



Sono giunte al termine le Olimpiadi 2012 di Londra.
Il lungo racconto delle storie dei protagonisti dello sport moderno si arricchirà di nuove affascinanti pagine dei vincitori e degli sconfitti, dei veterani e degli esordienti, delle nuove stelle e dei "re per una notte". Non è retorico dire che le Olimpiadi sono un paradigma della modernità, con i suoi riti ma aperta alle rivoluzioni, ha la sua maggioranza silenziosa che ne permette lo svolgimento e ne consente la fruizione, hai suoi eroi, le sue storie esemplari e di riscatto ma anche le sue nemesi, i suoi babau.
È stata una festa dello sport? Certamente lo è stata, i momenti di emozione e di condivisione, quel fremito che scuote il corpo negli ultimi istanti prima di decretare la vittoria o la sconfitta e quel senso di completezza che accompagna la visione di tutti le nazioni rappresentate ai Giochi, hanno reso di nuovo unica questa manifestazione che, grazia anche alla precisa organizzazione londinese, rende i popoli di questo pianeta un'unica fratellanza che festeggia i valori migliori che lo sport rappresenta.
Non sono mancati episodi negativi ma fortunatamente sono stati incomparabilmente minoritari rispetto alle storie di sport che ci porteremo dietro e che sono già dei classici. Phelps e Bolt si sono confermati i grandi protagonisti nonché recordmen di vittorie e di medaglie, personaggi con una storia personale da prima pagina e un immagine di sportivi planetari nell’epoca dei social network (il gesto di vittoria del giamaicano è già viral), altri atleti meno noti ma altrettanto eccellenti nei loro sport non hanno deluso le aspettative patrie e dei fan, tanti volti nuovi hanno sbalordito per la conquista di una medaglia (penso all’italiana Jessica Rossi) o hanno coronato finalmente la loro carriera quando sembrava troppo tardi (Donato nel salto triplo bronzo a 36 anni).
Come ogni grande storia forse c’è una morale alla fine, qui ne abbiamo avute centinaia tutte insieme e chi manterrà viva la curiosità potrà apprezzarne qualcuna. La più evidente è l’orgoglio bianco, rosso e blu di un Regno Unito che si è ritrovato, moderno e fiducioso, orgoglioso di se senza lo sciovinismo di tante altre potenze (chi ha detto USA o Cina?).

La sportività olimpica di fa riflettere su questo che è chiaramente un esempio da seguire.

martedì 7 agosto 2012

È giusto che esistano partiti "confessionali"?

Stamattina ascoltavo una nota trasmissione su Radio24 che in questa pausa estiva che spesso si danno i palinsesti cambiando conduzione e anche temi, affrontava l'amletico dubbio dei i cattolici (italiani) dovessero o meno costituirsi in un movimento politico per dare forza e voce ai propri valori.
Ora per chi vuole sentirsi tutti gli interventi può andare qui e mi risparmio di riassumere la banalità degli interventi e dei propositi degli ospiti (vari esponenti del mondo cattolico di più o meno note associazioni). Si variava dall'apologia dell'agire cattolico, in particolare si portava l'esempio, fulgido, della Lombardia e della sua sanità alle retoriche lamentazioni sulle obiezioni degli ascoltatori sulla opportunità di un partito "cattolico" del tipo: "chè forse i cattolici non hanno dititto di avere rappresentanza politica?" e amenità del genere che andavano bene ai tempi di Sturzo (dove penso erano ancora fermi i tipi del programma, conduttore a parte).

Il punto è un altro: a chi risponde un partito che si vuole dire cattolico, quindi sì portatore di "valori" o presunti tali ispirati da una impostazione confessionale, religiosa ma che per definizione stessa non è laica al contrario è emanazione diretta della Chiesa Cattolica. È quest'ultima che decide cosa è "valore" cattolicamente inteso e cosa no.
A chi risponderebbe perciò un partito/movimento cattolico qualora avesse la capacità di influenzare direttamente con la sua azione politica, magari amministrativa o di governo addirittura, il paese? Agli elettori (i propri)? Alla Costituzione Italiana (laica per impostazione e aconfessionale, in teoria)? O risponderebbe alla CEI e al Papa?
Da qualunque altra parte del mondo sarebbero domande pellegrine ma non in Italia, dopo la Chiesa con la C maiuscola ce l'abbiamo dentro casa e come una matriarca in una grande famiglia non passa minuto che non renda manifesti i suoi rimbrotti, le sue lamentele e le sue minacce velate (perchè i soldi suoi li tiene ben stretti sotto al materasso).

Nella trasmissione i valori cattolici sembravano ridursi ridolmente a due: un'economia liberale contro un'economia statalista e sostegno alla famiglia (evviva!). Guarda un po', gli stessi ridicoli obiettivi di un altrettanto ridicolo e deleterio governo che non solo a parole era liberale e familista (se si trattava del capo) ma ci ha condotto sull'orlo del baratro (e per poco non ci dava pure una spinta).

E poi un'altra domanda: chi sarebbero questi elettori cattolici che voterebbero un simile partito dopo gli scandali degli ultimi anni, della politica e della Chiesa? O i "valori" sono solo una parola vuota per assicurarsi il sostegno di chi non riesce a guardare ai nuovi assetti mondiali, da cui l'Italia è sempre più esclusa, delle grandi industrie e dei pezzi di società che temono il futuro e vogliono sentirsi al sicuro?
E avrebbero la stessa tolleranza se fra qualche anno si costituisse un partito "islamico" in Italia?