giovedì 31 marzo 2011

Separate alla nascita

Quella de "Un medico in famiglia" è pari pari Heather Graham!


Tranquilli, c'è Veronesi



Sulla copertina dell'ultimo Wired, quello, di aprile c'è Umberto Veronesi.
Cose che mi hanno inquietato, nell'ordine:
- un ottantacinquenne in camice e la didascalia "ancora in prima fila in sala operatoria"
- l'urlo in basso "vivere senza CANCRO"
- il sottotitolo "la scatola magica di Umberto Veronesi"
- lo sguardo compiaciuto di Veronesi accompagnato da un sorriso sornione 
Cose che mi hanno attraversato la testa in rapida sequenza:
- oh, anche questa
Non metto indubbio i suoi meriti di oncologo e di uomo di scienza per la quale ha speso letteralmente una vita ma forse sarebbe il caso di fare spazio alle nuove leve, no? Giusto per essere ricordato per le cose buone che fatto piuttosto che per le ultime castronerie che ha pronunciato.

martedì 29 marzo 2011

Di nuove imprese e gesta da supereroi

Quando ho iniziato a scrivere questo blog, non avevo ancora realizzato cosa effettivamente fosse la burocrazia italiana.
Pur con il lodevole intento di creare una nuova classe di imprenditori (o di neo-precari), la Provincia di Fermo (notare le maiuscole a sottolineare il ruolo delle istituzioni) si è da subito lanciata nel gioco delle date per l'emissione del bando legato al Progetto Colombo.
Inizio gennaio, fine gennaio, inizio febbraio/metà febbraio, no anzi il 28 febbraio...
Il bando è finalmente uscito il 15 marzo ed io, insieme al mio malcapitato socio, potrò aspirare finalmente ad avere il mio nome in calce sul bigliettino da visita personalizzato con il logo della nostra impresa.
Domani abbiamo appuntamento dal notaro, le gambe tendo a fare "giacomo, giacomo" e non per quella lieve meniscosi per cui devo operarmi al ginocchio destro.
Il fatto è che non potendo vantare un curriculum sbrilluccicoso o un master negli USA, nè essendo un cervello in fuga rientrato fra gli onori, ho voluto tentare almeno una strada che mi consentisse di investire su di me, sperando che poi frutti...


(I Misfits non c'entrano niente con questo post ma ieri hanno passato l'ultimo episodio della 2° stagione e aspetto con anzia il Chtistmas Special e l'arrivo della 3° season...)

mercoledì 23 marzo 2011

Revelations by a Relentless Sane Man

 
Il genere stand-up in Italia a mia  memoria l'hanno fatto solo Beppe Grillo e Daniele Luttazzi. In America al contrario è più che affermato e non è sbagliato sostenere che sia più di una scuola per i comic d'oltreoceano.
Per alcuni è una gavetta che sfocia in un meritato successo, in fama e denaro: è il caso di Richard Pryor, per esempio, o dei suoi emuli successivi, Eddie Murphy, o ai giorni nostri, Chris Rock.
Alcuni assurgono a personaggi di culto: per la sagacia delle battute, la feroce schiettezza dei giochi di parole, degli insulti al pubblico, per la gestualità imprevedibile che accompagna le loro freddure: è il caso di Geroge Carlin, recentemente scomparso, molto amato e imitato da molti comici americani (anche il cinema l'ha notato, io l'ho amato nei due Bill&Ted, e lo si può vedere anche in qualche film di Kevin Smith, tipo Dogma ma non solo), dove per ovvie ragioni la sua corrosività è limitata.
Poi ci sono le leggende. E nella stand-up comedy la leggenda si chiama Bill Hicks.


Un talento naturale che fin da giovanissimo lo ha portato ad esibirsi in pubblico con la sola forza della convinzione di essere nato pe un solo scopo: far ridere, to be a fanny man, come diceva.
Nel tempo Bill si perfeziona, diventa più acido, caustico, le sue battute sempre più fulminanti, prende di mira inizialmente gli stereotipi dell'americano del sud (hillbillies) lui texano di Houston, crescito in una famiglia di stretta osservanza battista. Poi i problemi con l'alcol, la droga, la depressione per un successo che sembra non arrivare mai, nonostante le deflagranti apparizioni in vari manifestazioni e poi i tour per tutti i locali notturni d'America.
Nessuno è profeta in patria, tuttavia, e a questa regola Bill non fa eccezione. La fama infatti la troverà in Canada e soprattutto in Inghilterra dove riempe teatri in tuto il suo tour britannico.
Se lo ricorda bene lo scrittore irlandese Garth Ennis anche in un omaggio nella vecchia serie di Preacher.

 Durante queste uscite internazionali la forza con cui Bill usa le parole per divertire compie un matrimonio perfetto con i temi che sfiorano il tabù, soprattutto se si pensa che Hicks si è trovato a fare satira durante la lunga run conservatrice dei due mandati di Reagan e la presidenza di George Bush (padre).
Bill tocca quanti più nervi scoperti possibile di un'Ameria che non riconosce più, su un potere che fa leva sulla paura (del "nemico", della crisi economica, della criminalità) per continuare a detenere il controllo su tutto e lo denuncia spiazzando con micidiali battute al fulmicotone (un po' quello che denuncerà Michael Moore in Bowling a Columbine alla sua maniera)
Poi c'è la malattia, il cancro che in pochi mesi lo porterà via e che lo rende da una parte meno propenso a calcare le scene (più per la salute che per lo stato psicologico) e dall'altra più battagliero nei confronti dello status quo, come quando intende denunciare quello che a suo modo di vedere è stata la strage di Waco e la faccenda di David  Koresh.

Oggi l'eredità di Bill Hicks è davanti a tuti e fruibile da tutti, numerosi sono gli omaggi e anche su Youtube si possono vedere gli spezzoni con i sottotitoli in italiano.



In Italia è ancora viva la polemica con Luttazzi accusato di aver copiato brani interi del repertorio di Hicks, ma sterili polemiche a parte (almeno dimostra che Luttazzi sa dove copiare), un tale personaggio è ancora fuori della portata del 99% dei comici italiani, ancorati ai tormentoni, alle parole storpiate, ai dialetti o finto-tali, a mascherarsi da idioti.
Se potete, recuperate American The Bill Hicks Story, l'ottimo documetario che ne raccnta la parabola con tanti contributi della famiglia, degli amici e colleghi più stretti e ovviamente dei suoi innumerevoli spettacoli.


 Infine una su youtube si recupera l'ultima apparizione di Bill al Leterman Show che all'epoca fu censurato.

venerdì 18 marzo 2011

martedì 15 marzo 2011

3 in 1

1 - Mio figlio è stato finalmente dimesso dall'ospedale pediatrico dopo 10 giorni di ricovero;
2 - è finalmente uscito il bando per gli incentivi alle nuove imprese che ci dà finalmente il via alla creazione della nostra impresa (mia e del socio);
3 - aver terminato dopo 3 anni la lettura in lingua originale della trilogia di Philip Pullman, His Dark Materials (Queste Oscure Materie).

Una di quelle giornate in cui si può ringraziare di essere al mondo.

mercoledì 9 marzo 2011

Ci sono o ci fanno?


Qualcuno potrebbe dire a quegli intelligentoni di Repubblica che Mila Kunis ha proprio quela faccia e non imita la Jolie (ha pure interpretato la Jolie da piccola).
Oh, è anche la storica doppiatrice di Meg Griffin!

Adesso cambia tutto!

Ecco, finalmente la politica parla con il linguaggio dei giovani, diretto al cuore.
GIà odo le schiere di pidiellini deporre le loro 24 ore e leghisti adolescenti buttare nel cestino i loro fazzoletti verdi e il santino di Calderoli per precipitarsi ad iscriversi al PD, seguendo il nuovo vento della politica.
Il PDè rock!

domenica 6 marzo 2011

Carnevale in B/N

Tristezza è tornare dall'ospedale dove è ricoverato tuo figlio per uno pneumo torace e trovare le strade ricoperte di coriandoli per la parata dei carri cittadina alla quale avresti voluto portarlo, dopo che duarante le settimane precedenti tua moglie, tua madre e i tuoi suoceri si sono impegnati a confezionargli un bel costume.

E dopo 3 giorni, un po' di luce

La pioggia cadeva ancora incessante, stolidamente insistente ieri e continuava a rendere più deprimente tutta la situazione.
Oggi ua prima buona notizia, spegnimento dell'aspirazione dalla macchina per il drenaggio, prologo ad un distacco del tubicino che è stato inserito nel polmoncino di mio figlio.
Spero che domani possa scendere da quello "stupido letto" (parole sue!).

Si comincia a vedere un po' di luce, per oggi possiamo anche accontentarci.

venerdì 4 marzo 2011

Aria, acqua, bianco e azzurro

Finisci in un sopedale che neanche te ne accorgi, i pensieri ridotti alle azioni che ti imponi nella lista mentale delle cose da fare, nelle priorità che ti dai, ti fermi un attimo solo a ripercorrerla per poi accorgerti che come sempre hai dimenticato qualcosa o hai saltato un passaggio.
Poi passata la tempesta di adrenalina, ti ritrovi tra quattro mura bianche della tromba delle scale dell'ospedale infantile Salesi di Ancona, a fissare l'Adriatico con le sue increspature lente ed inesorabili, benchè solo il vento sappia vincere su di esse, poi ti calmi, i pensieri rallentano, le stanze, le scale, la sala di attesa i volti dei dottori, del personale, dei familiari dei pazienti (genitori e nonni per lo più) diventano improvvisamente più familiari ed è come accettare che per i prossimi giorni quella sarà casa tua, di tua moglie, di tuo figlio che è là in rianimazione, in quella stanza azzurra zeppa di monitor, perché lo scrupolo di un lastra ai polmoni ha rivelato uno pneumotorace che deve essere drenato.
Pensi che non c'è posto migliore dove potrebbe essere curato, che c'è la sua mamma vicino ed il suo papà che cerca di attrezarsi per non fargli mancare nulla.
Non puoi però dimenticare il suo sguardo impaurito, le sue lacrime, i suoi lamenti di bambino che ti lacerano il petto. Vuoi solo che tutto finisca per il meglio, tornare a casa, quella vera, e vederlo di nuovo sorridere.