lunedì 25 giugno 2012

Eventi

Stasera, concertone per l'Emilia a Bologna dove la regione prevalentemente colpita dal terrremoto il 20 e 29 maggio con le scosse più forti e con le conseguenze più devastanti (colpite però anche varie zone della Lombardia e del Veneto) mette in campo i suoi artisti più noti per gridare un enorme "coraggio!" a tutti gli emiliani per rialzarsi da questo duro colpo alle loro vite e raccogliere più fondi possibile per avviare la ricostruzione. L'Emilia siamo anche noi ed è un dovere dare il nostro piccolo contributo. Tra gli artisti, che sono innumerevoli vista la prolificità di cantanti e cantautori di questa terra, manca giusto Lucio Dalla ma è il suo spirito è comunque presente nelle canzoni e nelle collaborazioni che ha fatto, spicca il ritorno di Caterian Caselli, il "casco d'oro", che torna a cantare in pubblico dopo 40 anni e che ancora incanta con la sua voce e la sua interpretazione, fa sempre venire i brividi la sua "Insieme a te non ci sto più".



Tre anni fa se ne andava anche Michael Jackson, purtroppo ricordato negli anni precedenti la sua morte più per le sue controversie giudiziarie legate alla sua presunta pedofilia e per la sua vita scollegata imbavagliata in un limbo da eterno Peter Pan a cinquantanni, schiavo delle sue psicosi e da una selva di parassiti che l'hanno divorato separandolo dal mondo. Musicalmente non lo apprezzavo più da tempo, sembrava ormai persa sia la freschezza del suo pop che la voglia di osare, annegato nelle classifiche dominate dall'hip hop, dal gangsta rap e dalla dance sofisticata dei dj newyorkesi ed europei ma rimango affettuosamente legato a Thriller (1982) e al suo ultimo best selling album Bad (1987), più o meno l'inizio e la fine degli anni 80.
Qualcosa vorrà dire, dopo tutto.




giovedì 14 giugno 2012

Più Corrado Guzzanti per tutti

Che nostalgia rivedere il Lorenzo di Guzzanti oggi su Sky Uno in quel Aniene 2 che è già un instant classic della satira italiana. Con lui mi sono preparato alla maturità nel '93 seguendo il giovane metallaro su Maddecheaò ("secernere", "Re-ca-na-ti!!" "kecciah!" "maddeppiù") con le lacrime agli occhi dal riso. E oggi lo ritrovo uguale a se stesso ma aggiornato 2.0: precario padre di un mezzo emo (e scemo intero) dal linguaggio ancora più incomprensibile del suo e suo malgrado laziale, lui (Lorenz) che è romanista prima che cittadino italiano (e quella fantastica camicia sducita a scacchi!).

Lo show di Corrado Guzzanti ha regalato altre perle, ben dosate (la crisi dei partiti con il PD senza una linea, il leghista in carcere a fare comizi tardivi e il must di Tremonti sdoppiato nel gemello buono e nel gemello, cito, stronzo), citazioniste e surreali (l'autore di satira-Rambo, l'alieno venuto a fare il repulisti, il coro delle Olgettine, il supereroe Aniene), azzeccate nei tempi comici e nel testo (il prete-story editor sornione e agnostico consapevole di recitare una parte e la canzone finale degli ABBA che chiude lo show).
Favoloso lo spot finto Fiat ("Fiat presenta: 'Na Machina!")!

Corrado Guzzanti e i suoi personaggi sono sempre un toccasana alla triste vita quotidiana!



Un calcio sui denti per restare con i piedi per terra (e pensare positivo)



La Nazionale italiana di calcio in questo Europeo 2012 fotografa perfettamene lo stato di salute dell'Italia nazione: enorme potenzialità, buone individualità con guizzi di genialità ma nel momento decisivo invece di attaccare e consolidare arretra e subisce, forse intimidità dalla propria intraprendenza e con una fifa matta di vincere. E ci ritroviamo ancora fregati da soli, a fare calcoli su quante probabilità abbiamo di passare il turno a seconda del risultato altrui invece che per meriti nostri, con ditino dell'indignazione pronto ad essere puntato al primo sospetto di combine dei diretti avversari che con un certo risultato passerebbero con tranquillità e a nostre spese (m'immagino la dietrologia, coatta o indotta, dei giornalisti sportivi, soprattutto Rai, e il brividino saccente del complotto alle porte dei milioni di commissari tecnici ai bar dello sport o nei soggiorni dei condomini).
Alè, Italia (del calcio), se uscirai dall'Europeo a testa alta non ci danneremo più di tanto perché accedere agli incontri decisivi per demerito altrui non sarebbe altrettanto gratificante (e comuqnue non ci farebbe sperare in un cambio di passo ma solo al prolungarsi dell'agonia). Proprio come l'Italia (la nazione tutta).
Secondo me non dobbiamo smettere di pensare all'Islanda: fallita ma non depressa ieri, riformata e felice (e più lanciata verso il futuro) oggi.



mercoledì 6 giugno 2012

Addio a Ray Bradbury maestro di sogni

Un'altra mattonata per la morte di un autore che ha ridefinito il nostro immaginario fantastico del secolo scorso con opere che sono da tempo dei grandi classici (e che dovrei leggere prima o poi, perché non ci si può sempre accontentare delle riduzioni cinematografiche, cribbio!).




So long, Ray

Quanti giorni all'alba?

È un periodo strano questo, soprattutto per il nostro paese. Il palazzo sta crollando, i partiti si arroccanno e si stringono l'un altro proteggendosi dal terremoto che sta per travolgere tutto e all'orizzonte non si riesce a scorgere che italia uscirà.
Alle ultime amministrative di qualche settimana fa, pur con il beneficio d'inventario di una tornata elettorale che non a visto grossi numeri di persone al voto né amministrazioni particolarmente rilevanti, se escludiamo Verona, Genova e Parma, è accaduto quello che ci si aspettava visti i segnali: il crollo dei partiti di maggioranza (PDL e Lega), la vittoria di gruppi di opposizione (IDV e SEL), la conferma del voto di protesta con il voto al Movimento 5 Stelle e le sue importanti vittorie, l'astensionismo come prima "forza" elettorale e un PD che vince ma per abbandono, uscendone paradossalmente più con le ossa rotte (politicamente) che trionfante.
Ora, l'Italia e l'Europa tutta si trovano in mezzo ad una crisi (senza aggettivi, perché ridurla a questioni puramene contabili significa non cogliere il momento storico che stiamo attraversando) verso la quale tutti sembrano impotenti o troppo pavidi per prendere decisioni forti. La sensazione sembra essere innanzitutto che l'Europa abbia fatto il passo più lungo della gamba: senza una vera unità, sembra il malato che mangia se stesso per nutrirsi, senza l'avvedutezza di capire che sta accelerando la sua fine.
Come i partiti italiani (e qui l'analogia di Grillo con gli zombi di romeriana memoria è quanto meno azzeccata): consapevoli di occupare abusivamente (alcuni sui esponenti più degli altri) le istituzioni perché non hanno più elettori, si avvinghiano sul tesoro dei rimborsi elettorali consapevoli che senza sparirebbero. E qui è irritante più che mai la difesa che la Casta fa di se stessa e cioè giustificando i rimborsi (l'improprio modo per superare il referendum del '93 che cancellava il finanziamento pubblico ai partiti) come garanzia di democrazia. Tuttavia se un'associazione privata (che questo i partiti sono) finisce per rappresentare solo i propri tesserati senza più sostegno di alcun elettore che non si riconosce più o semplicemente non si fida più si può parlare ancora di democrazia o diventa semplicemente una truffa?

Considerando che lo Stato italiano è abilissimo a prendere dalle tasche degli italiani (di qualunque colore si stato il governo), scarsa sarebbe la propensione dei cittadini ad alleggerirsi per donare qualcosa ai partiti, probabilmente solo qualche lobby lo farebbe e se ci fosse trasparenza nei finanziamenti di questo genere, di nuovo sarebbe dura giustificarsi con l'elettorato. Supponiamo l'impossibile: alle prossime elezioni legislative, vengono spazzati via i partiti che si sono spartiti il potere negli ultimi vent'anni, relegati a qualche ammnistrazione regionale o cittadina, e prendono il sopravvento i movimenti che meglio hanno saputo intercettare il malcontento sì, ma anche la voglia di voltare pagina, di alzare con orgoglio la testa e dirsi fieri di essere italiani. Riuscirebbero a cambiare le cose in questo paese? Annullare la burocrazia, eliminare davvero le spese inutili dello stato e riallocare le risorse dove servono (scuola, ricerca, manutenzione, recupero del territorio, lotta alle criminalità organizzate e non...), creare le condizioni per i giovani e per il ritorno delle eccellenze (persone e aziende) attualmente all'estero o dobbiamo aspettarci che accada "qualcosa" che distolga da questo possibile scenario?

Non mi piacciono le dietrologie, le considero facili scorciatoie per semplificare la comprensione dei fenomeni sociali e politici quando non si hanno gli strumenti per comprenderli o non si vuole usarli ma purtroppo le esperienze del passato non mi fanno ben sperare per l'avvenire perché ho come l'impressione che un'Italia che funzioni, con i conti in ordine, con l'onestà e la competenza (e la passione, non dimentichiamocelo) ai primi posti nella classifica dei valori ispiratori, ecco, l'Italia che sogniamo quando chiudendo gli occhi riusciamo a guardarla con occhi estranei e ne percepiamo le mille potenzialità, quell'Italia lì, mmm..., possa preoccupare molti. Ma non so ancora chi.