mercoledì 27 agosto 2014

Metti un Manara in copertina






 
Milo Manara è un maestro del fumetto erotico, il suo nome è quasi sinonimo di erotismo e anche senza la ormai consueta ricerca per immagini su internet, numerose sue illustrazioni sono state utilizzate anche al di fuori del campo prettamente fumettistico.
Da qualche anno a questa parte Manara ha avviato una collaborazione con la Marvel, dapprima con una chicca X-Girls: Ragazze in fuga, una storia che vede protagoniste le principali protagoniste femminili degli X-Men sceneggiata nientepopodimeno che dall’artefice principale del successo degli uomini X cioè Chris Claremont, più recentemente da una serie di variant cover per varie collane della Casa delle Idee.Niente di scandaloso in queste illustrazioni se non una rivisitazione in chiave “manariana” di Emma Frost, Medusa, Angela, Scarlet Witch, Shanna, Valkyria, Gamora (c’è anche Thor in elenco!).



Nulla fino ad oggi, perché sembrerebbe che la cover per l’esordio della nuova testata dedicata a Spider-Woman sia un po’ troppo piccante anche per gli standard artistici del mercato americano.
Secondo molte critiche, il maestro avrebbe ritratto l’eroina in una posa del tutto innaturale, volta a sbattere gratuitamente in faccia all’acquirente (maschio) un dose di erotismo non correlato alla natura del fumetto, una supereroina dotata dei poteri equivalenti di un ragno che combatte il crimine per le strade e i tetti di New York viene presentata come un voluttuoso oggetto del desiderio, che usa più la propria carica erotica che non i suoi superpoteri nella sua missione. Alle critiche sul dubbio gusto e l’opportunità dell’illustrazione dell’artista italiano  si sono aggiunte quelle tecniche di merito, dallo scarso rispetto per anatomia e proporzioni alla evidente mancanza di un vero e proprio costume ma più una sorta di body-painting che rivela ed esalta ogni più leggera ehm…rientranza del corpo
A mio avviso occorre distinguere le due cose. Premesso che criticare un maestro, quando la critica è argomentata e motivata, non può fare che bene sia al destinatario che a tutti i beneficiari eventuali, quello che stona in questa storia è sia il contesto che il bersaglio.
Mettiamola così: le precedenti variant cover non erano così “erotiche”, era evidente la mano di Manara, il pennello di un maestro che non frequenta, o non ha frequentato in passato, il genere supereroistico e che ha adottato, di sua iniziativa oppure su specifica indicazione, un approccio diciamo così neutro. Questo non è accaduto con questa cover. Possiamo supporre che Manara abbia voluto osare un po’ di più, calcando la mano sugli aspetti per così dire ragneschi della figura di Jessica Drew, forse si è documentato o forse è stato imbeccato. Tuttavia sembra esserci acceso un focolaio intorno a questa illustrazione e l’impressione, per chi conosce un po’ il mercato dei comics, è che con questo attacco, forte anche del fatto che va a colpire un’icona come Milo Manara, che ha anche il difetto di essere un po’ in là con gli anni e per giunta italiano, si è voluto dare un segnale e nel contempo trovare un capro espiatorio. Per cosa? Ovviamente per lo sciovinismo maschile di ritrarre la donna nei comics, fino a qualche anno fa quasi esclusivo appannaggio degli uomini, sia tra chi i fumetti li compra sia chi i fumetti oggi li fa!
Chiariamoci,  femmine che leggono fumetti ci sono sempre state (io ne ho conosciute poche ma questo è un altro discorso) così come tra i disegnatori, pardon, artisti, e le sceneggiatrici ve ne sono sempre state. Credo che sarebbe un’inutile censura quella di criticare la benché minima espressione di creatività che possa offendere qualcuno o qualche categoria, finiremmo alla lunga nel riesumare la caccia alle streghe e cantare le lodi di un ideale passato periodo di purezza che nessuno ha mai conosciuto veramente nel quale semplicemente qualche autorità decideva per altri. La conquista migliore oggi è la libertà con la quale nasciamo di diritto: se non si compiono azioni  che mettano in pericolo qualche essere umano, che sia il pubblico a decidere cosa piace e cosa no, salvaguardando il sempre sacrosanto diritto alla critica e non all’offesa, portando avanti la propria personale battaglia su ciò che ritiene di buon gusto.
Gli anni ’90 hanno visto un’escalation di tette, sederi e cosce femminili in bella vista che ammiccavano fin dalla copertina ma non supportati da storie all’altezza, da personaggi interessanti e disegni curati ( la cover e le sue numerose versioni alternative evidentemente contavano maggiormente  che non le  pagine interne) , quei fumetti sono al minimo spariti dalla circolazione, il mercato si è autoregolato.
Lasciamo che Manara disegni le sue versioni delle supereroine americane con lo stile che gli è proprio, chi lo trova interessante lo acquisterà, chi lo trova disdicevole lo lascerà sugli scaffali della propria fumetteria preferita.

venerdì 8 agosto 2014

Non mi esce dalla testa (25)

La città è diversa ma è la stessa, ieri era più grigia di oggi forse? Nelle mie gambe invece ci sono strade e viottoli che nascondono storie e sorprese, ogni pietra il passo di una corsa, ogni angolo l'avventura banale e avvincente di rincorrersi e scappare, arrivare ad un muro ed urlare "TANA!".
Il 1980 non mi è mai sembrato così lontano.