martedì 15 febbraio 2011

Perché Sanremo è...quel che è


Siamo arrivati anche quest'anno alla tassa da pagare alla "musica italiana".
Da qualche anno a questa parte fa chic parlar male di chi ne parla male, in fondo è un'altra mangiatoia del servizio pubblico (a partire da un mese prima, fior di trasmissioni sulla Rai ma anche su Mediaset, partono con gli sproloqui su Sanremo...).
Io, distrattamente seguendo i Gialappi nel tradizionale appuntamento radiofonico, mi tiro fuori e mi agreggo a quelli che pensano che tutto questo potremmo anche risparmiarcelo, che alla musica italiana non aggiunge niente, che della musica interessa poco o nulla al confronto del contorno di "glamour" e di "gossip" sui presentatori/presentatrici e vallette/i diturno, che gli amerreghani c'hanno i Grammy o alla peggio gli MTV Music Award si cuccano, sempre alla meno peggio, uno concentrato di celebrità ogni tanto, con qualche picco di  buona musica.
Noi siamo ancora a chiederci (qualcuno pure con entusiasmo) chi la spunterà tra Al Bano e l'avatar della De Filippi.

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