La brutta aria che tira in Europa ha un odore stantio di un'epoca che la mia generazione non ha conosciuto se non dai racconti dei nostri nonni e delle gravide conseguenze che sono seguite al collasso delle certezze e della sicurezza che dei regime di cartapesta avevano eretto, come un castello di carte che crolla su sè stesso.
È una giustificazione che oggi non abbiamo più, viviamo una crisi profonda da quattro anni ormai e non scomparirà da un giorno all'altro e l'overdose di informazioni che ci sommerge non porta mai nessuna rassicurazione.
È ancora più tremendo perciò constatare che le proteste legittime degli europei vengono puntualmente coperte dagli scontri con le forze dell'ordine e che, indipendentemente da chi abbia acceso la miccia, non si riesca più ad arrestare lo sprofondamento ingiustificato nella violenza, dall'una e dall'altra parte, e ancor meno ci vada a finire in mezzo chi non centri o chi si "ostini" a pensare che davanti abbia un difensore dei propri diritti e che non alzi il manganello soltanto perchè si trova qualcuno che invece alza il dito e la voce per protestare.
Così passeremo un altro giorno ha curare i feriti, a parlare degli abusi e della disorganizzazione degli uni e di chi voglia far fallire queste proteste, senza più tornare all'oggetto di quest'ultime e alla discussione propositiva che vorrebbero alimentare.
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