giovedì 14 giugno 2012

Un calcio sui denti per restare con i piedi per terra (e pensare positivo)



La Nazionale italiana di calcio in questo Europeo 2012 fotografa perfettamene lo stato di salute dell'Italia nazione: enorme potenzialità, buone individualità con guizzi di genialità ma nel momento decisivo invece di attaccare e consolidare arretra e subisce, forse intimidità dalla propria intraprendenza e con una fifa matta di vincere. E ci ritroviamo ancora fregati da soli, a fare calcoli su quante probabilità abbiamo di passare il turno a seconda del risultato altrui invece che per meriti nostri, con ditino dell'indignazione pronto ad essere puntato al primo sospetto di combine dei diretti avversari che con un certo risultato passerebbero con tranquillità e a nostre spese (m'immagino la dietrologia, coatta o indotta, dei giornalisti sportivi, soprattutto Rai, e il brividino saccente del complotto alle porte dei milioni di commissari tecnici ai bar dello sport o nei soggiorni dei condomini).
Alè, Italia (del calcio), se uscirai dall'Europeo a testa alta non ci danneremo più di tanto perché accedere agli incontri decisivi per demerito altrui non sarebbe altrettanto gratificante (e comuqnue non ci farebbe sperare in un cambio di passo ma solo al prolungarsi dell'agonia). Proprio come l'Italia (la nazione tutta).
Secondo me non dobbiamo smettere di pensare all'Islanda: fallita ma non depressa ieri, riformata e felice (e più lanciata verso il futuro) oggi.



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