giovedì 5 aprile 2012

Lega Ladrona

Dopo 22 anni ininterroti di regno, Umberto Bossi si è dimesso da segretario della Lega Nord a causa dello scandalo connesso alla gestione dei fondi da parte del tesoriere Belsito.
Coerente con la sua immagine di politico verace, "duroepuro", si è messo da parte per tutelare il partito e la famiglia, quasi come un bravo ragazzo avrebbe fatto su consiglio del suo boss.
Questa mossa, esito naturale di un periodo a dir poco agitato per Lega che dopo l'ubriacatura di potere di questi anni non sembra più capace di rendere credibilmente padane neanche le uscite più becere dei suoi esponenti storici, è un ulteriore botta al sistema dei partiti della cosiddetta Seconda Repubblica di cui la Lega era la principale filiazione.
Ormai organica all'oligarchia partitocratica, pur continuando ad avere un forte appeal territoriale al Nord (ma ultimamene anche più a sud), la Lega sembra aver da tempo perso il polso di quel popolo che stufo del magna magna dei partiti romani chiedeva autonomia, libertà, utilizzo delle risorse per il territorio. Concetti di per sè legittimi e meritevoli di dibattito, di più, di una forte risposta delle istituzioni alle istanze di tuti i territori italiani che mal digeriscono il centralismo romano e dei suoi lobbysmi (ach, parlo come un complottista di quart'ordine...) ma che la Lega ha lentamente dimenticato in favore di marchette ad uso e consumo della causa padana abusando di temi più a effetto che utili allo sviluppo del dibattito come il no preconcetto a qualunque cosa odorasse di immigrazione (oh, bestemmia!) e abusandone, con sporadici acuti dei vecchi slogan a risvegliare gli animi intorpiditi dei militanti, durante gli anni di stampella (politica) a Berlusconi.
È più la dirigenza del partito a soffrirne, i territori amministrati dai leghisti probabilmente sono ancora legati a quei sindaci o presidenti di provincia più ancorati ad esso, come era nello spirito originale del movimento, e non la abbandoneranno, ma è inevitabile constatare l'abbattimento del totem Bossi, affossato dal suo 'cerchio magico' e dal potere che pochi privilegiati, i più intimi al capo, avevano concentrato.
Beffa delle beffe, anche Bossi e la sua famiglia godevano di privilegi a loro insaputa!

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