giovedì 23 febbraio 2012

Di canzoni e altre bagattelle

Il Festival di Sanremo è finito, noi vittime della colonizzazione mediatica ringraziamo, nell'attesa della selezione darwiniana delle canzonette presentate (durante la settimana del festival le radio le passano all'incirca tutte indistintamente, la settimana successiva parte già la prima scrematura, fino alle superstiti che ora le radio ora i vari iTunes decretano come meritevoli di sopravvivere...ah, il mercato).
Distratto sottofondo delle mie notti di lavoro, la rassegna canora ci ha lasciato alcuni dubbi e molte solide certezze.
Tra i primi: perchè esiste ancora 'sto festival? Perchè se è un evento nazionale (mizzica!), sembra una sagra paesana? Perchè la serata dei duetti, qualitativamente superiore (ed oggettivamente una bella idea) ha avuto gli ascolti più bassi? (Comunque grazie ai Merlene Kuntz che hanno portato sul palco Patti Smith! E un pensiero anche agli assoli di Brian May! Però mi ha un po' commosso anche José Feliciano che ha cantato con lo stesso trasporto Che sarà per la milionesima volta).
Tra i secondi: che la televisione italiana, specchio della nostra classe dirigente, è gerontocratica, come la prima fila dell'Ariston, fatta di vecchi sclerotici che ci guardano dall'alto dei loro posti di potere e non si accorgono di quanto siano ridicoli e patetici ma anzi! fanno i brillanti con le loro controparti femminili scavandosi la fossa da soli (brava Geppi!), che la musica italiana, la sua espressione sanremese per lo meno, è inascoltabile al 90% ma se certi artisti continuano a riapparire come la gramigna si vede che un pubblico ce l'hanno pure loro (il mondo è bello perché è vario), che i talent show italiani hanno definitivamente marcato il territorio del provincialismo e dell'ignoranza degli italiani (quest'anno due vincitori su due, ma se la storia ci insegna qualcosa l'anno prossimo ci saremo scordati pure le facce...).
Sfortuna vuole che a sottolineare la differenza qualitativa tra noi e diciamo i nostri modelli di riferimento c'è che il festival si tiene quando in USA e in Inghilterra si succedono i vari Awards così il confronto è veramente impietoso.






Poi comunque a salvare la musica italiana ci sono i vari Bersani, Noemi e pure Arisa (anche la campionessa di simpatia Dolcenera ha proposto una canzone un po' scontata ma almeno divertente).

Viva la musica italiana!

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