lunedì 12 maggio 2014

In barba ai bigotti

La vittoria del transgender Conchita Wurst al recente Eurosong Contest tenutosi a Copenhagen ci dice molto sul periodo che stiamo vivendo e ancor più sulla gente e sulla (geo)politica.
Non c'è dubbio che dietro ci sia del marketing e uno studio attento delle tecniche di comunicazione, che hanno consentito alla barbuta Wurst, al secolo Tom Neuwirth, di far parlare di se in primis, poi di ciò che rappresenta. Siccome poi è una cantante capace e ben dotata, si è portata a casa anche la vittoria (a cui l'Italia ha contribuito).
Fatto sta che il discorso sul genere crea ancora parecchi disagi, manifestazioni plateali di autoaffermazione di sé, soprattutto quelle che attengono alla sfera più intima dell'orientamento sessuale generano un netta spaccatura tra chi non riesce a farci i conti con l'esistenza di un parte dell'umanità che non condivide i propri, chiamiamoli così, "gusti" (le virgolette sono tremende, lo so), che rigetta ogni loro evidenza con reazioni che vanno dall'irritato alla protesta veemente.
C'è poi chi come i politici russi si ergono a paladini della cosiddetta tradizione, che ad ogni latitudine si riassume nel caro trittico "Dio, patria e famiglia" che i membri LGBT sembrano minacciare con la loro mera esistenza!
Si potrebbe dire che siamo tutti esseri umani, e che è solo questo che ci distingue su questo piano dell'esistenza e che il colore della pelle così come il nostro orientamento sessuale sono le facce di un unico bellissimo diamante, se potessimo sostenere che l'umanità è un unico grande gioiello prodotto dalla natura Che dovremo essere liberi di essere ciò che vogliamo e di vivere come vogliamo senza che questo crei delle fratture fra i diritti che ci vengono riconosciuti (si chiama discriminazione) o delle corsie a due o tre velocità. E che questo non indebolisce la società nella quale viviamo ma che grazie al cielo e alle lotte di chi queste istanze le ha vissute sulla propria pelle e ne ha fatto tradurre i capisaldi in leggi la rende più forte e viva, perchè permette a tutti di seguire i propri sogni e sviluppare il proprio potenziale, senza che nessuno si debba preoccupare che qualcuno o qualcosa invada la nostra sfera personale Altro che decadenza, se si hanno problemi ad accettare che tutto ora si svolge alla luce del sole bè, ecco appunto sono problemi suoi e deve affrontarli, senza per giunta dover fare il giro e sentirsi a sua volta diversi o discriminati. Non è il caso.


PS
A me comunque piacevano un sacco gli islandesi Pollapönk...



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