mercoledì 9 gennaio 2013

È più ridicolo o tragico?

Recital è uno spettacolo di Corrado Guzzanti che ha ormai qualche anno di età ma l'arguzia del suo autore è tale che lo si può rivedere a distanza di mesi e constatare intatta la sua freschezza.
Fatto sta che dopo la messa  in onda in prima serata per la prima volta in chiaro su La7 il 4 gennaio, certi furrrbissssimi nonchè presunti rappresentanti dell'insieme dei "telespettatori cattolici", AIART (che non è uno scherzo, esiste davvero...pensa un' te), decide di far parlere di sè e guadagnarsi il celeberrimo quarto d'ora presentando una querela nei confronti dell'emittente (e non contro Guzzanti, come specificato dalla stessa associazione...ma la sostanza cambia poco) per udite, udite! vilipendio del sentimento religioso.

Ora, io non sto a sindacare sul fatto che qualcuno possa essersi sentito offeso dalle verità espresse in forma satirica dal comico romano nella sua brillante interpretazione di Don Pizzarro (sono di parte, un po' s'è capito, no?) ma su una serie di capisaldi che rendono comica e nel contempo tragica la situazione che si verifica oggi, in Italia, Occidente, 21esimo secolo:
- c'è libertà di parola e di espressione sancita dalla Costituzione italiana (Art.21), grazie a Dio!
- la satira è una forma di espressione nonché di critica con lo scopo di suscitare ilarità e nel contempo una riflessione
- il "sentimento religioso" è qualcosa di estremamente soggettivo e personale a meno che non si voglia ricalcare pedissequamente quanto riportato negli antichi testi ma temo che le principali religioni monoteistiche si siano espresse a sufficienza nei secoli passati, poi c'hanno pensato gli Illuministi prima e la scienza poi ad aprirci gli occhi su cosa basare la convivenza civile di un popolo e di una nazione
- trattare la satira con il metro religioso è insensato e anacronistico, non degno di un paese civile e moderno
- i cittadini non credenti risultano offesi e vilipesi quotidianamente dalle molteplici manifestazioni di insensatezza giustificate dal "sentimento religioso" e dal fatto che le confessioni religiose sono tutelate da dei concordati che ne sanciscono la dignità formale (di fede ma anche politica ed economica)

Ora al di là dell'immagine in bilico tra il ridicolo e l'agghiacciante di una schiera di attentissimi e puntigliosissimi telespettatori con il telecomando in una mano e i vangeli nell'altra, rimane l'amarezza che queste crociate possano ancora avvenire e relegare il nostro paese al rango di uno staterello provinciale che si arrocca testardo su posizioni indifendibilmente obsolete, mettendo in serio rischio la possibilità dei cittadini di fruire di tanti punti di vista, minacciati da azioni terroristiche di questo tipo (tutti i punti di vista...utopia?).



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