martedì 7 agosto 2012

È giusto che esistano partiti "confessionali"?

Stamattina ascoltavo una nota trasmissione su Radio24 che in questa pausa estiva che spesso si danno i palinsesti cambiando conduzione e anche temi, affrontava l'amletico dubbio dei i cattolici (italiani) dovessero o meno costituirsi in un movimento politico per dare forza e voce ai propri valori.
Ora per chi vuole sentirsi tutti gli interventi può andare qui e mi risparmio di riassumere la banalità degli interventi e dei propositi degli ospiti (vari esponenti del mondo cattolico di più o meno note associazioni). Si variava dall'apologia dell'agire cattolico, in particolare si portava l'esempio, fulgido, della Lombardia e della sua sanità alle retoriche lamentazioni sulle obiezioni degli ascoltatori sulla opportunità di un partito "cattolico" del tipo: "chè forse i cattolici non hanno dititto di avere rappresentanza politica?" e amenità del genere che andavano bene ai tempi di Sturzo (dove penso erano ancora fermi i tipi del programma, conduttore a parte).

Il punto è un altro: a chi risponde un partito che si vuole dire cattolico, quindi sì portatore di "valori" o presunti tali ispirati da una impostazione confessionale, religiosa ma che per definizione stessa non è laica al contrario è emanazione diretta della Chiesa Cattolica. È quest'ultima che decide cosa è "valore" cattolicamente inteso e cosa no.
A chi risponderebbe perciò un partito/movimento cattolico qualora avesse la capacità di influenzare direttamente con la sua azione politica, magari amministrativa o di governo addirittura, il paese? Agli elettori (i propri)? Alla Costituzione Italiana (laica per impostazione e aconfessionale, in teoria)? O risponderebbe alla CEI e al Papa?
Da qualunque altra parte del mondo sarebbero domande pellegrine ma non in Italia, dopo la Chiesa con la C maiuscola ce l'abbiamo dentro casa e come una matriarca in una grande famiglia non passa minuto che non renda manifesti i suoi rimbrotti, le sue lamentele e le sue minacce velate (perchè i soldi suoi li tiene ben stretti sotto al materasso).

Nella trasmissione i valori cattolici sembravano ridursi ridolmente a due: un'economia liberale contro un'economia statalista e sostegno alla famiglia (evviva!). Guarda un po', gli stessi ridicoli obiettivi di un altrettanto ridicolo e deleterio governo che non solo a parole era liberale e familista (se si trattava del capo) ma ci ha condotto sull'orlo del baratro (e per poco non ci dava pure una spinta).

E poi un'altra domanda: chi sarebbero questi elettori cattolici che voterebbero un simile partito dopo gli scandali degli ultimi anni, della politica e della Chiesa? O i "valori" sono solo una parola vuota per assicurarsi il sostegno di chi non riesce a guardare ai nuovi assetti mondiali, da cui l'Italia è sempre più esclusa, delle grandi industrie e dei pezzi di società che temono il futuro e vogliono sentirsi al sicuro?
E avrebbero la stessa tolleranza se fra qualche anno si costituisse un partito "islamico" in Italia?

Nessun commento:

Posta un commento