mercoledì 21 marzo 2012

Una Che Sale, Una Che Scende

Domenica sera sul tardi tenevo compagnia al mio laptop intrattenendolo con un po' di lavoro che dovevo smaltire. Dopo svariati quarti d'ora nei quali le fidate playlist stentavano a far guizzare di brio le mie terminazioni cerebrali rese ottuse dall'andirivieni tra schermo e fogli volanti ai lati della tastiera, dopo una rapida occhiata all'ora mi sono reso conto che stava per iniziare Cosmo, il programma di divulgazione scientifica di RaiTre (da domenica 11 marzo alle 23.50 tutte le settimane) condotto per la seconda stagione dalla brava Barbara Serra. "E sentiamocelo via web!", mi son detto "e grazie al cielo che anche questa settimana abbiamo un argomento decisamente affascinante, tra il pop delle serie americane e la serietà della cronaca nera contemporanea" (più o meno questo devo aver pensato, constatando che l'argomento era "le scienze e tecniche applicate alla criminologia e alle indagini sulla scena del crimine", C.S.I. insomma).



Il programma è ben costruito nell'alternarsi tra l'introduzione degli argomenti proposti dalla conduttrice italo-inglese (o anglo-italiana?) con i suoi ospiti in studio, solitamente due esperti a rappresentare almeno due punti di vista differenti sull'argomento del contendere, e i filmati (si dirà ancora così?) dell'inchiesta vera e propria che sviluppa in maniera più dettagliata gli interrogativi sui quali si snoda l'argomento della puntata.
È difficile annoiarsi guardando Cosmo perchè pur senza particolari picchi emotivi o stratagemmi catalizzatori, il ritmo non cala mai e tutti i contributi risultano utili a tenere costantemente alta l'asticella dell'interesse. Barbara Serra scava poi il profondo solco che divide la conduzione professionale da host tipicamente inglese dalla superficialità, la gigioneria e gli ammicamenti dei conduttori italiani.



E qui il confronto con Daria Bignardi è impietoso. Per carità, le sue Le Invasioni Barbariche (La7, tutti i venerdì alle 21.00) hanno un target diverso e sono un altro format ma qui vorrei solo confrontare le intenzioni che i due programmi si pongono con gli obiettiviche riescono a raggiungere e le ambizioni dietro ad esse.
 
Sono lontani i tempi eroici di Tempi Moderni, il talk che la Bignardi conduceva verso la fine degli anni '90 e dove trovavano spazio argomenti ancora off-limit sulle grandi reti generaliste e che testimoniavano di una società italiana in evoluzione. Le Invasioni Barbariche (il cui titolo è chiaramente ispirato dal bel film di Denys Arcand del 2003) sono state all'inizio un bel balzo in avanti nella carriera della Daria, dopo le prime due edizioni del Grande Fratello (televisione incredibilmente meno trash ed imbarazzante di quanti allora pensavano che si potesse ridurre nelle edizioni successive), in una rete nuova (La7) nel panorama televisivo italiano e quindi con più libertà.
Tuttavia qualcosa deve essersi inceppato soprattutto dopo la parentesi disastrosa de L'Era Glaciale su Raidue (era il 2009): la Bignardi da allora appare spesso frastornata ed impreparata, si incarta sulle domande sperando di susciitare qualche costruttiva reazione nei suoi ospiti che spesso, anche quelli più disponibili ed accondiscendenti, non ne afferrano il senso o balbettano imbarazzati frasi di circostanza (ospiti maschi soprattutto) oppure manifestano una chiara irritazione alle sue battutine (soprattutto le donne con le quali tenta una qualche maldestra empatia).
Dulcis in fundo la Bignardi sembra incapace di gestire i dibattiti quando sono coinvolte più di due persone (ricordo il povero Edmondo Berselli salutato frettolosamente alla fine del dibattito senza aver proferito parola) e spesso sembra non solo in difficolta a gestire gli interventi ma anche i temi proposti spesso sembrano più grandi delle sue ambizioni.

Tuttavia resta ancora un programma da vedere. Se solo non avesse il vizio di inviatare così spesso i soliti noti (o i suoi amici, ma questo lo fa anche Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa)!

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