Sono giunte al termine le Olimpiadi 2012 di Londra.
Il lungo racconto delle storie dei protagonisti dello sport moderno si
arricchirà di nuove affascinanti pagine dei vincitori e degli sconfitti, dei
veterani e degli esordienti, delle nuove stelle e dei "re per una
notte". Non è retorico dire che le Olimpiadi sono un paradigma della
modernità, con i suoi riti ma aperta alle rivoluzioni, ha la sua maggioranza
silenziosa che ne permette lo svolgimento e ne consente la fruizione, hai suoi
eroi, le sue storie esemplari e di riscatto ma anche le sue nemesi, i suoi
babau.
È stata una festa dello sport? Certamente lo è stata, i momenti di emozione
e di condivisione, quel fremito che scuote il corpo negli ultimi istanti prima
di decretare la vittoria o la sconfitta e quel senso di completezza che
accompagna la visione di tutti le nazioni rappresentate ai Giochi, hanno reso
di nuovo unica questa manifestazione che, grazia anche alla precisa
organizzazione londinese, rende i popoli di questo pianeta un'unica fratellanza
che festeggia i valori migliori che lo sport rappresenta.
Non sono mancati episodi negativi ma fortunatamente sono stati
incomparabilmente minoritari rispetto alle storie di sport che ci porteremo
dietro e che sono già dei classici. Phelps e Bolt si sono confermati i grandi
protagonisti nonché recordmen di vittorie e di medaglie, personaggi con una
storia personale da prima pagina e un immagine di sportivi planetari nell’epoca
dei social network (il gesto di vittoria del giamaicano è già viral), altri atleti meno noti ma
altrettanto eccellenti nei loro sport non hanno deluso le aspettative patrie e
dei fan, tanti volti nuovi hanno sbalordito per la conquista di una medaglia
(penso all’italiana Jessica Rossi) o hanno coronato finalmente la loro carriera
quando sembrava troppo tardi (Donato nel salto triplo bronzo a 36 anni).
Come ogni grande storia forse c’è una morale alla fine, qui
ne abbiamo avute centinaia tutte insieme e chi manterrà viva la curiosità potrà
apprezzarne qualcuna. La più evidente è l’orgoglio bianco, rosso e blu di un
Regno Unito che si è ritrovato, moderno e fiducioso, orgoglioso di se senza lo
sciovinismo di tante altre potenze (chi ha detto USA o Cina?).
La sportività olimpica di fa riflettere su questo che è
chiaramente un esempio da seguire.
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